Dopo i casi Danilo, Fagioli e Vlahovic i calciatori chiedono al tecnico più considerazione, lui dal canto suo chiede più intensità. Resta l’obiettivo Champions per il tecnico, ma le ombre sul futuro si addensano
Thiago Motta corre su un filo sempre più sottile. Dopo l’Arabia (ko in Supercoppa) e Eindhoven (eliminazione in Champions), la figuraccia di ieri sera contro l’Empoli. Il tecnico si tiene aggrappato al quarto posto in campionato, ma lo sfogo post Coppa Italia dell’italo-brasiliano ha messo alla luce i rapporti sempre più freddi con gran parte della squadra. Thiago per la prima volta da quando è alla Juventus non ha risparmiato critiche ai giocatori, usando toni durissimi. Dal “mi vergogno” al “toccato il fondo” fino al “c’è chi pretende senza dare”. Se la luna di miele con parte dello spogliatoio sembra finita da un po’, la risalita in campionato – con le quattro vittorie di fila – nelle ultime settimane ha nascosto un po’ di polvere sotto al tappeto.
questione di feeling
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I risultati sono deludenti, fatta eccezione per il quarto posto appena agganciato in Serie A, però il poco feeling squadra-tecnico potrebbe essere anche più determinante nei ragionamenti futuri della società. È vero che il ciclo è appena iniziato, però è vero anche che la Juventus non potrà cambiare una decina di giocatori anche la prossima estate. E se i programmi club-allenatore non dovessero coincidere, può succedere di tutto da una parte o dall’altra pure in caso di qualificazione alla prossima Champions League. Sicuramente di qui a giugno saranno mesi di riflessione tanto per la società quanto per Motta. Scenari futuri. Adesso la priorità del tecnico, fresco di nuova e bruciante eliminazione dalla Coppa Italia dopo quella europea, sarà quella di evitare che le scorie della sconfitta contro l’Empoli possano avere ripercussioni anche sul match del prossimo lunedì contro il Verona.
il grande freddo
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Il Thiago furioso post Empoli non si era mai visto pubblicamente, ma in realtà è un film già visto alla Continassa. I giocatori hanno lamentato più volte negli ultimi mesi la poca empatia del tecnico, a cui di sicuro non mancano sincerità e schiettezza. Se deve dire una cosa a un giocatore, Motta la dice davanti a tutto il gruppo. I casi sono tanti, a partire da quello che ha visto protagonista Dusan Vlahovic in Arabia. Prima della Supercoppa, l’italo-brasiliano aveva criticato l’atteggiamento del serbo, poi finito ai margini per diverse settimane. In precedenza c’erano stati i casi Fagioli e Danilo, entrambi ceduti nel mercato di gennaio. Douglas Luiz ha parlato pubblicamente di fraintendimenti a inizio stagione. Senza contare la questione della fascia di capitano mobile e la retrocessione nelle gerarchie di Federico Gatti: primo a indossarla a inizio campionato e nemmeno preso in considerazione nell’ultimo mese, quando è stato preferito all’azzurro pure l’ex “fuori rosa” Weston McKennie. Alti e bassi con (quasi) tutti i giocatori, compreso il pupillo Andrea Cambiaso. Nessuno nello spogliatoio juventino mette in dubbio la passione, la professionalità e le qualità di Motta. Semplicemente, un po’ tutti chiedono maggiore empatia. Esattamente come l’allenatore vorrebbe maggiore corsa e intensità in tutte le partite vista l’età media giovane della rosa. Thiago, che da giocatore ha vissuto in grandi spogliatoi tra Barcellona, Inter e Paris Saint Germain, è convinto dei suoi metodi ed è sempre andato avanti per la sua strada in questi mesi. Ieri è sbottato ed è apparso sincero e umano come non mai. Adesso c’è da capire se l’uscita dura – ma sincera – di Motta sarà stata apprezzata dalla squadra o se invece abbasserà ancora di più la temperatura.

senatore perin
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Stato d’animo dello spogliatoio ieri sera rappresentato da Mattia Perin, che ci ha messo la faccia e ha fatto autocritica per tutti: “Sono da tanti anni alla Juventus – ha commentato il portiere – e questa è la delusione più grande di tutte. Non so se eravamo troppo carichi perché sapevamo di giocarci l’accesso alla semifinale oppure se abbiamo sottovalutato gli avversari, cosa che non penso: sarebbe molto più grave. Con questa maglia non si può disputare un primo tempo così, vergognoso”. La bruciante delusione dovrà però presto lasciare spazio alla ricerca di una via d’uscita e Perin lo ha spiegato senza giri di parole: “Dobbiamo trovare una soluzione a questo problema. Questo è uno spogliatoio nel quale si può costruire, perché non ci sono figli di p…. Queste sconfitte creano ferite, ma anche esperienza. Stiamo cercando di crescere, però ciò che stiamo facendo non basta e dobbiamo dircelo guardandoci allo specchio. Non permetteremo che questa sconfitta comprometta la nostra corsa al quarto posto”.
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