Juventus: Motta, faccia a faccia con la squadra. Fiducia e ambizione, così si va in Europa

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Alla Continassa c’è stato un lungo confronto tra il tecnico e i suoi giocatori: la parola d’ordine è ottimismo

Fabiana Della Valle

Giornalista

Il giorno dopo il cielo è un po’ più limpido e anche la testa è meno pesante. Parlare a caldo può diventare un boomerang, quando la rabbia prevale sulla ragione e la mente non riesce a essere lucido. Thiago Motta ha capito che la squadra aveva bisogno di resettare prima di ricominciare, per questo ha deciso di concedere a tutti un giorno di riposo dopo la dolorosa sconfitta con il Psv. Ieri il gruppo si è ritrovato alla Continassa e la seduta è stata preceduta da una lunga chiacchierata che ha toccato diversi aspetti, a cominciare da quelli tecnici. Un confronto chiaro e diretto tra il tecnico e i suoi giocatori, anche per sgombrare il campo da qualsiasi tipo di fraintendimento, e per ricompattarsi in vista del finale di stagione, con l’obiettivo quarto posto al centro di tutto. La parola d’ordine è ottimismo, che non deve essere spazzato via dall’eliminazione ai playoff di Champions League. La delusione è inevitabile, ma ciò che bisogna evitare e che intacchi l’autostima di una squadra giovane e poco esperta.

fiducia e ambizione

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Il tecnico ha invitato i suoi a guardare la classifica per ricordare a tutti che la Champions della prossima stagione è un obiettivo assolutamente alla portata: la Juventus al momento è quarta, a pari merito con la Lazio ma con lo scontro diretto a favore, e l’ambizione deve essere quella di raggiungere l’Atalanta, che ha 5 punti in più (scontro diretto in parità, con il ritorno da giocare in casa). Non bisogna abbattersi ma tirare fuori gli artigli e andare oltre le difficoltà, legate soprattutto agli infortuni. Motta ha battuto tanto sugli errori di Eindhoven che hanno pregiudicato il risultato e in cui non bisogna ricadere, come permettere a Bakayoko di stoppare la palla nell’area di rigore della Signora. Ha chiesto a tutti uno sforzo in più, anche se c’è chi ha giocato tanto (come Gatti) e dovrà continuare a farlo per mancanza di alternative, ha insistito sulla necessità di essere più intensi e di correre di più. Rimboccarsi le maniche e remare tutti dalla stessa parte: è quello che serve adesso alla Juventus per continuare a correre in campionato, dove arriva da tre vittorie di fila. Il successo sull’Inter, candidata forte per lo scudetto, è ancora fresco e dimostra che la Signora può giocarsela con tutti se sta bene di testa e di gambe. L’allenatore ha incassato la disponibilità totale dei giocatori, amareggiati ma per nulla scoraggiati.

Mal di pancia ed empatia

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I presunti “casi” Cambiaso e Locatelli montati dai social sono già stati archiviati: il terzino, di cui è stato vivisezionato il labiale, non era arrabbiato perché doveva entrare ma preoccupato perché non aveva potuto scaldarsi, essendo reduce da un infortunio. Quanto alle parole post eliminazione del capitano («Abbiamo buttato via la qualificazione»), peraltro molto apprezzate dalla società, in tv si è trattato di un malinteso, tanto che in conferenza il tecnico ha parlato di qualificazione meritata da parte del Psv. Il patto è fatto, ci sarà da lavorare però per poterlo rispettare. A Motta toccherà, oltre che allenare, essere pure un po’ psicologo: un po’ di empatia in più e una migliore comunicazione può aiutare a rendere più lineari i rapporti con un gruppo che lo apprezza molto dal punto di vista tecnico ma a volte non condivide i modi. Da Vlahovic finito ai margini dopo il duro confronto in Arabia a Perin che non gioca più, da Gatti privato dalla fascia a Douglas Luiz “panchinato”, c’è stato più di un mal di pancia in questi mesi. Adesso però conta solo la Champions League. 



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