Juventus, i numeri negativi del tracollo contro l’Atalanta

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La miglior difesa del campionato si è sbriciolata così sotto i colpi del miglior attacco

Due tiri in porta (solo nel compromesso finale), una serie di errori tecnici che hanno originato la metà dei gol avversari (7 giocatori juventini sono andati in doppia cifra di palle perse) e una produzione offensiva praticamente inesistente. In due parole, una pochezza disarmante. Il risultato di Juve-Atalanta, pur pesantissimo e storico (nessuno aveva mai vinto con 4 gol di scarto all’Allianz Stadium e i bianconeri non uscivano battuti per 0-4 in casa dal 1967), è la fotografia soltanto parziale di quello che si è visto sul campo. Se non ci fosse stato il palo e una miracolosa parata di Di Gregorio al primo minuto di recupero del primo tempo, lo score per la squadra di Gasperini sarebbe stato ancora più ampio. Mentre Carnesecchi non si è quasi nemmeno dovuto sporcare i guanti.

attacco inesistente

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Rispetto a due mesi fa, quando le due squadre si erano affrontate al Gewiss Stadium, i bianconeri hanno deciso di non lasciare il pallino del gioco agli avversari, ma di provare a fare la partita. Per la Juve, però, che pure veniva da 5 vittorie consecutive, è parso un bruschissimo ritorno alle origini. Sembrava di rivedere le gare di inizio campionato contro Roma, Empoli o Napoli (tutte finite 0-0), quando la squadra di Motta teneva moltissimo il possesso palla, ma non riusciva mai a rendersi pericolosa. La differenza, però, è che stavolta di fronte c’era una squadra spietata. E che la miglior difesa del campionato si è sbriciolata sotto i colpi del miglior attacco. Ma, soprattutto, che la Juve più verticale che Motta ha plasmato da febbraio, ha molto meno equilibrio di un tempo: se prima pareggiava troppe partite (17 nelle prime 30 gare stagionali), questa non conosce mezze misure. O vince (6 volte) o perde (5). Alla fine, dunque, la Juve avrà tenuto quasi il doppio del tempo il pallone rispetto all’Atalanta (63,3% contro 36,7%), ma senza nessuna utilità: appena 2 i tiri in porta contro i 9 degli avversari, divario che diminuisce un po’ nelle dimensioni se si considerano le conclusioni totali (9 juventine contro le 19 atalantine). Ma sono i numeri della produzione offensiva ad aver fatto la differenza: nonostante abbia tenuto molto meno il pallone, l’Atalanta ha toccato 35 volte il pallone nell’area di Di Gregorio, concludendo 16 volte, mentre la Juve l’ha fatto appena 20, tirando solo 6 volte dai 16 metri. Così, ne esce che la produzione offensiva della squadra di Motta (gol attesi) è stata di 5 volte inferiore rispetto a quella di Gasperini. D’altronde, il quinto giocatore che ha toccato di più il pallone della Juve è stato Di Gregorio: 53 volte, quasi il doppio di Kolo Muani, ovvero il centravanti…

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