Juventus, Briatore attacca Comolli e spiega perché non va più a trovare Schumacher

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L’imprenditore ha puntato il dito contro il nuovo manager bianconero. Poi qualche retroscena sulla sua vita e il rapporto con la leggenda tedesca

I tifosi della Juve non hanno più pazienza e vogliono ritornare a vincere. Elkann è sceso in campo in prima persona per cercare di cambiare qualcosa dall’alto, ma il suo primo nome, Comolli, non sembra aver convinto al momento dei personaggi illustri come Briatore. L’executive advisor della Alpine in Formula 1 non ha digerito i due no incassati dai bianconeri da parte di Conte e Gasperini e si è sfogato su Instagram.

Briatore critica Comolli, il messaggio social

“Sono juventino da tanti anni e ne ho viste di cose, ma questa volta è un po’ diverso. Qualche giorno fa sono andato a dormire con la possibilità di avere Conte come allenatore…cioè, era fatta! Mi sveglio e mi ritrovo che Conte non è l’allenatore della Juve, ma è l’allenatore del Napoli. Però, Giuntoli, che abbiamo sbagliato a prendere, perché noi dovevamo prendere De Laurentiis e non Giuntoli, se ne va. Arriva Comolli (qui la sua scheda). Mi sono detto: “Sicuramente arriva da una grande squadra”. Mi informo, visto che io non lo conoscevo e vedo che arriva dal Tolosa. Si mette subito in pista senza Conte e chi prendiamo? Gasperini. Vado a dormire, mi sveglio e Gasperini va alla Roma.

Comolli si è preso uno schiaffone alla prima operazione che doveva portare a casa. Adesso sembra che Comolli punti su Pioli, ma vi rendete conto?” – ha detto Briatore in un video pubblicato su Instagram. Sintomo del momento che stanno vivendo tutti i tifosi, che soffrono nel vedere la situazione del club. E le critiche a Comolli, ancora non ufficializzato dalla Vecchia Signora, vanno in questa direzione. Dell’imprenditore italiano conosciamo molto nel mondo dello sport, mentre altre cose private le ha raccontate ora in un’intervista al Corriere della Sera.

Il rapporto con Schumacher

Non solo un grande tifoso della Juve, Briatore ha fatto la storia in Formula 1. Il titolo più emozionante? “Il primo, con Schumacher. La Federazione era contro di noi, Ferrari e McLaren pure. Io non ero nemmeno un appassionato, il primo GP lo vidi in Australia con Benetton. Ero un capellone abbronzato, senza laurea. Ma vinsi”. Poi Briatore ha raccontato anche il suo rapporto con la leggenda tedesca e ha rivelato perché non è andato più a trovarlo dopo il grave incidente: “Preferisco ricordarlo sorridente”. Oggi l’imprenditore è tornato in Formula 1, grazie anche a Stefano Domenicali: “Un grande manager, lo sento ogni giorno”. E ora alla alpine si è subito trovato a prendere decisioni importanti.

Il cambio in Alpine e gli affari nel sangue

Briatore l’istinto dell’affare lo ha avuto sin da bambino. A otto anni, nel bar del paese, faceva il bookmaker delle tappe del Giro d’Italia, grazie alle dritte di un conoscente con la macchina. “Scommesse tra compagni di scuola, era il mio piccolo business”. Poi gli errori, inevitabili. “Chi fa, sbaglia. Ma bisogna correggersi subito, non insistere per orgoglio”. Un principio che ha applicato nella sua lunga carriera da manager. L’ultimo esempio? La sostituzione di Jack Doohan con Franco Colapinto all’Alpine. Una mossa discussa, come quando scelse il giovanissimo Fernando Alonso al posto dell’esperto Jenson Button. “Mi massacrarono in Inghilterra, ma alla fine avevo ragione io. Un manager quando decide è sempre solo”.

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