Juve, Vlahovic-Kolo Muani: esperimento fallito. Perché e di chi sono le colpe

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Dusan torna in versione sprecone, Randal da esterno incide poco: debutto da dimenticare per i due attaccanti insieme per la prima volta dal primo minuto

Guendalina Galdi

Giornalista

Il risultato negativo, l’eliminazione che brucia, la vergogna di Motta e l’esperimento fallito. Nella serataccia bianconera di Coppa Italia non manca proprio nulla e nulla si salva. Nemmeno il debutto della coppia Vlahovic-Kolo Muani insieme dal primo minuto. Titolari entrambi, le punte in campo tutte e due per 90′ non hanno sortito l’effetto sperato, anzi. 

dove sono i gol?

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Dusan al centro, Randal sulla destra (all’occorrenza anche sulla corsia opposta). Il primo si è piazzato lì davanti al centro cercando fino all’ultimo un gol – di testa, su punizione, col destro – che non è mai arrivato (nemmeno l’unico che poteva annullare le mancanze precedenti, ovvero quello dagli undici metri); il secondo ha svariato, accelerato, ripiegato ma alla fine a Vasquez non ha dato nemmeno mezza preoccupazione. In una parola: sacrificato. Sprecato, secondo qualcuno. Certo, l’attenuante è sempre quella della scarsità di minuti trascorsi insieme, appena 53 tra Empoli (di campionato) e Cagliari, ma la gara da dentro/fuori con vista sulla semifinale imponeva un epilogo diverso.

Juventus coach Thiago Motta and Juventus' Thuram, Randal Kolo Muani and Thimoty Weah during training on the eve of the UEFA Champions League soccer match against PSV Eindhoven at Continassa, Italy, 10 February 2025 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

dusan fischiato, randal sprecato

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Motta, nel durissimo mea culpa del post eliminazione si è preso le sue responsabilità e non ha risparmiato critiche ai suoi per l’atteggiamento. Nessuno escluso. Mentre il tribunale social dei tifosi – che hanno ricoperto tutta la squadra di fischi per questa delusione – si divide tra chi incolpa l’allenatore per aver sperimentato questo tandem in una partita che – seppur contro un avversario inferiore solo sulla carta – era soltanto da vincere, e chi punta il dito contro le due punte di un iceberg di criticità. Da loro servivano concretezza, cinismo e gol e nulla di questo si è visto. I due tiri nello specchio, entrambi parati, una rete mangiata all’85’ che avrebbe cambiato la storia di questo quarto di finale e il rigore sbagliato da Vlahovic non hanno evitato né la figuraccia né il ritorno di fischi e mugugni contro il numero 9. Mentre Kolo Muani decentrato non è stato il solito Randal. A lui non si addice un ruolo di solo esterno, ripiegatore e assistman (suo il passaggio decisivo per il gol bello e inutile di Thuram) quando non c’è un attaccante che ottimizza tutto il suo lavoro oscuro. Uno spreco. Un po’ come tutta una serata che a Torino sperano di dimenticare al più presto e di non rivivere più.



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