Vertice societario a Monaco: il dg valuterà il croato, appoggiato dai giocatori
La Juventus non è stata soltanto spettatrice alla finale di Champions. John Elkann e Damien Comolli hanno seguito Psg-Inter dalle tribune dell’Allianz Arena. Mentre Giorgio Chiellini è stato avvistato in aeroporto già nel pomeriggio. Rientro anticipato in Italia, ma soltanto dopo aver incontrato il nuovo direttore generale della Signora, scelto nei giorni scorsi dal nipote dell’Avvocato Agnelli per aprire una nuova era: quella post Cristiano Giuntoli. Igor Tudor non c’era, ma ovviamente si è parlato molto di lui durante la chiacchierata tedesca. Già, in attesa dell’ ufficializzazione della dirigenza, programmata per l’inizio settimana, a Monaco di Baviera è andato in scena il primo vertice della nuova Signora. La leggenda bianconera, sempre più centrale nel club, si è confrontata con l’ex presidente del Tolosa, da giorni operativo sottotraccia ma adesso pronto a prendere possesso della Continassa. Faccia a faccia importante per calibrare le prime mosse: la Juventus si aggrappa a Tudor in panchina, almeno per ora e in modo da permettere a Comolli di conoscere bene il croato prima di optare per eventuali cambiamenti. E la volontà del club è quella di puntare forte su Kenan Yildiz, che verrà blindato: al rientro dagli Usa si lavorerà al rinnovo.
L’incontro
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La questione più calda, ovviamente, è quella dell’allenatore. Igor Tudor, consegnata la qualificazione Champions a Venezia, è tornato nella sua Spalato. In Croazia ha staccato la spina, però ha capito che la “sua” panchina per qualche giorno è stata piuttosto affollata: da Antonio Conte a Gian Piero Gasperini. Igor ha le spalle larghe e domani, alla ripresa degli allenamenti in vista del Mondiale, conoscerà per la prima volta di persona Comolli. La curiosità del croato è la stessa del manager francese, orientato a valutare il tecnico juventino prima di prendere qualsiasi altra decisione. L’ex presidente del Tolosa vuole capire se Tudor può essere l’allenatore anche al rientro dal Mondiale negli Usa e per il 2025-26, come si augurano i giocatori. La squadra è legata a Igor e lo ha fatto presente alla società. Tutto (o quasi) dipenderà dal feeling – o meno – che si instaurerà tra l’erede di Thiago Motta e l’ex presidente del Tolosa. C’è fiducia, ma ancora nessuna certezza in attesa di mettersi al lavoro insieme. Ecco perché continuano le riflessioni sugli eventuali successori tra valutazioni, sondaggi, contatti e tecnici di tutta Europa che si propongono in maniera più o meno diretta. Ai primi posti resiste l’idea Stefano Pioli (Al-Nassr), già vincente con il Milan e apprezzato per pragmatismo e modernità: sull’emiliano resta attiva anche l’Atalanta per il dopo Gasp. In lista resiste il nome di Roberto Mancini e qualche contatto c’è stato con Marco Silva (Fulham).
Il mercato
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L’agenda di Comolli è fitta di impegni: dalle scelta del ds (crescono le quotazioni di Massara) alle prime strategie di mercato visto che la finestra “speciale” pre Mondiale è alle porte. Qualche sacrificio per alleggerire i conti entro fine mese ci sarà (da Mbangula a Savona a Douglas Luiz), però l’orientamento del manager francese è quello di costruire la nuova Signora partendo da Yildiz. Visione sottoscritta dalla proprietà, che a fine marzo ha varato un aumento di capitale da 15 milioni con la disponibilità di arrivare a 110 alla fine dell’estate. La Juventus vuole ripartire dal suo dieci, amato dai tifosi e ricercatissimo dagli sponsor, a costo di dover resistere anche alle offerte più ricche. Un netto cambio di programma rispetto ai timori dei mesi scorsi. E se Thuram è considerato intoccabile, la coppia Comolli-Chiellini non vorrebbe rinunciare a Cambiaso.
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