I 5 gol presi dal City hanno evidenziato i limiti del reparto arretrato: il tecnico insiste per l’argentino che ha avuto a Marsiglia, tornano Bremer e Cabal, per altri colpi però serve vendere
La disfatta contro il Manchester City nell’immediato è stata rovinosa seppure indolore – i bianconeri erano già qualificati agli ottavi – e per il futuro potrebbe essere addirittura salutare. Il muro bianconero è crollato ancora prima dell’ingresso di Erling Haaland e adesso i dirigenti bianconeri, oltre a spingere sull’acceleratore per chiudere l’affare con il bomber svincolato Jonathan David (ex Lilla), si interrogano su come sistemare le crepe e ritrovare solidità, a maggior ragione dopo l’infortunio Savona (rischia due mesi di stop). Il primo mattone è fabbricato in “casa” e si chiama Gleison Bremer. Il brasiliano, reduce dal grave infortunio di ottobre al ginocchio, in America è tornato ad allenarsi in gruppo con continuità e negli ambienti bianconeri sono convinti che sarà lui il vero colpo del 2025-26. Un altro mattoncino, cessioni permettendo, potrebbe arrivare da fuori. Il pallino di Igor Tudor, che continua a reclamare un rinforzo per reparto, resta Leonardo Balerdi del Marsiglia, allenato dal croato in Francia.
Summit a Orlando
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Sicuramente l’uragano City ha riportato d’attualità riflessioni già iniziate in tempi non sospetti alla Continassa. Valutazioni che sono proseguite anche nelle ultime ore nel quartier generale di Orlando, in Florida. Comolli, da inizio torneo pendolare Italia-Usa, dopo il ko contro la squadra di Pep Guardiola si è trattenuto negli Stati Uniti e adesso starà accanto a Tudor e ai giocatori fino alla fine del Mondiale per Club. Il manager francese si è insediato all’hotel Omni di Orlando e i confronti col braccio destro Giorgio Chiellini, con l’ad Maurizio Scanavino e con il tecnico sono quotidiani. Balerdi è sempre il preferito e i motivi sono diversi: conosce Tudor e il suo modo di giocare, può essere impiegato in tutte le posizioni della difesa a tre e caratterialmente è considerato da Juventus. L’unica controindicazione è che il Marsiglia per il momento continua a fare muro. Tutto può cambiare in fretta, nel mercato. A maggior ragione se la Juventus nelle prossime settimane riuscirà a cedere uno o più centrali facendo cassa e liberando posti in rosa. Le questioni economiche si intrecciano a quelle numeriche. Il reparto di Tudor è esaurito: Pierre Kalulu è stato riscattato dal Milan, Nicolò Savona è stato appena rinnovato e al rientro dall’America sarà il turno di Gatti. Lloyd Kelly è stato acquistato a gennaio, mentre Bremer e Juan Cabal rientreranno dai rispettivi infortuni ai legamenti. Senza dimenticare Daniele Rugani, aggregato negli Usa dopo la stagione in prestito all’Ajax. In teoria ci sarebbe pure Tiago Djalò, di rientro dall’affitto al Porto e in uscita. Serviranno altri addii oltre a quello del portoghese per passare al contrattacco. I maggiori indiziati sono Rugani e Kelly: per l’inglese si confida nella Premier. Comolli riflette e sonda: se Balerdi mette tutti d’accordo, accanto al difensore del Marsiglia c’è un sali e scendi di nomi e alternative. Da Aguerd (West Ham) a Lucumi (Bologna) fino a Chabot (Stoccarda) e Araujo (Barcellona). Intanto martedì, a Miami, la Juventus incrocerà il Real Madrid negli ottavi del Mondiale per Club e vedere l’ex Dean Huijsen con la camiseta blanca aumenterà il rimpianto per la cessione al Bournemouth dello scorso luglio.
David e… cessioni
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Se Tudor pensa al nuovo esame difensivo contro le stelle di Xabi Alonso, Comolli è impegnato a piazzare il primo colpo in attacco. I contatti tra il dg juventino e l’entourage dello svincolato David sono proseguiti anche ieri a distanza: si cerca a oltranza la quadra per raggiungere un accordo totale. L’ottimismo è segnalato in crescita e la fumata bianca può arrivare da un momento all’altro. Anche a cavallo del big match contro il Real Madrid, a patto che tutto vada per il meglio. L’altra priorità di Comolli sono le cessioni di Mbangula e Weah, in trattativa con il Nottingham Forest. Il figlio d’arte è dubbioso e il suo agente – Badou Sambague – lo ha detto pubblicamente intervenendo su Usmnt. «Nessuno può trattare uno dei giocatori di cui mi occupo mandandolo a destra o sinistra come una marionetta».
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