Juve, Openda non segna: un problema per Spallettti

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Il belga fa tanto lavoro oscuro, ma ancora non riesce a sbloccarsi. Paga l’arrivo tardivo e l’intransigenza di Tudor, ma adesso deve dare a Spalletti anche i gol

Fabio Russo

Giornalista

Quasi sette mesi senza gol per un attaccante rappresentano un’eternità e non possono non rappresentare un problema. Ma se si va al di là dei freddi numeri, Lois Openda si sta rivelando un giocatore molto utile nella nuova Juve di Luciano Spalletti, ma non per quello per cui è stato (praticamente) acquistato dal Lipsia per 44 milioni. Nelle sfide contro Udinese (ancora con Brambilla in panchina ad interim) e Cremonese il belga, schierato al fianco di Vlahovic, ha alleggerito il serbo dalla pressione dei giocatori avversari ed è entrato nelle azioni che hanno sbloccato la partita, ma ha peccato spesso nella scelta finale e ha centrato la porta appena una volta su 8 tentativi.

juve, openda senza gol da quasi sette mesi

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Era l’11 aprile scorso, alla Volkswagen Arena di Wolsfburg, quando Openda ha vissuto per l’ultima volta la gioia di festeggiare un gol. Da quel momento sono trascorsi 205 giorni, ma il belga classe 2000 non è più riuscito a sbloccarsi. Un’astinenza di quasi 1000 minuti: 978′ per la precisione, composti da 369′ nel finale della scorsa stagione con la maglia del Lipsia, 100′ con la casacca della nazionale e 509′ in quest’annata, divisa tra Bundesliga e Juve. Un unicum, comunque, nella storia recente di questo attaccante che, nella classifica dei bomber nati nel nuovo millennio, occupa la sesta posizione, alle spalle di Haaland, Jonathan David, Alvarez, Vinicius e Vlahovic. Centosette gol in 314 partite per Openda, certamente distante anni luce dalle 325 reti del cyborg norvegese del Manchester City, ma che rappresentano comunque un bottino di tutto rispetto. Tanto da aver convinto il dg juventino Comolli a investire 3,3 milioni l’ultimo giorno di mercato per convincere i tedeschi a cederlo in prestito, con un obbligo di riscatto (fissato a 40,6 milioni) praticamente certo: perché scatti, infatti, la Juve dovrà arrivare nelle prime 10 posizioni della Serie A.

il lavoro oscuro di openda

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Certamente, l’arrivo last minute alla Continassa non l’ha favorito, così come il fatto di dover fare i conti con l’intransigenza di Tudor, fossilizzato su un modulo con una sola punta e due fantasisti in cui Openda ha finito per perdersi. Troppo solo nel ruolo di unico centravanti, non congeniale alle sue caratteristiche di attaccante abile nell’attaccare la profondità e nello sfruttare gli spazi in transizione il mestiere di trequartista. Nella nuova Juve, però, il belga ha trovato la sua funzione: magari oscura, poco appariscente, ma utilissima. Perché con i suoi tagli su tutto il fronte d’attacco contribuisce a disorientare la difesa avversaria e a liberare Vlahovic dalla doppia marcatura e perché con il pressing infastidisce la costruzione della manovra. Certo, però, negli occhi restano soprattutto i 3 tiri fuori scagliati allo “Zini” e le diverse occasioni mancate per una scelta sbagliata. Ecco perché è arrivata l’ora per Openda di mettere fine all’astinenza.



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