Senza il quarto posto Thiago non può considerarsi al sicuro: l’uscita ai playoff è stata una delusione, ora tutto sulla Serie A per evitare il danno economico
I fuochi d’artificio sparati in piena notte dai tifosi del Psv sotto l’albergo della Juventus hanno avuto l’effetto desiderato: i bianconeri ieri sono ripartiti mestamente da Eindhoven senza la qualificazione agli ottavi di finale e con tanta amarezza per aver buttato via l’occasione di entrare tra le prime sedici d’Europa, nonostante un primo tempo in pieno controllo. Sfumato il secondo obiettivo stagionale (il primo era la Supercoppa italiana, sicuramente meno importante) l’imperativo adesso resta il quarto posto, perché dopo aver buttato via 11 milioni (la quota in palio per gli ottavi) la Signora non può permettersi di perdere gli oltre 60 che guadagnerebbe con la partecipazione alla prossima Champions. La delusione è tanta, perché l’avversario era considerato alla portata, però la società resta compatta a difesa di Thiago Motta, che ha l’alibi degli infortuni, tanti e pesanti, e al momento è considerato saldo anche se dovesse fallire l’obiettivo Champions. Nel calcio però contano i risultati ed è sulla base di quelli che si faranno le valutazioni di fine stagione. Perciò la Champions 2025-26 può diventare dirimente anche per il futuro dell’allenatore, un obiettivo prima di tutto economico ma che per la proprietà (a cui spetta sempre l’ultima parola) direbbe tanto anche sulla bontà del nuovo corso.
obbligo quarto posto
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Nel business plan del 2024-25 erano stati indicati come obiettivi gli ottavi di Champions, le semifinali di Coppa Italia e il quarto posto. Dopo aver detto addio al primo, i bianconeri avranno l’opportunità di concentrarsi solo sugli altri due, in particolare l’ultimo. Fermarsi ai playoff è stato deludente, ma se la Signora non andasse in Champions dopo gli ingenti investimenti estivi l’esperimento si trasformerebbe in un fallimento e il club rischierebbe di andare incontro a un ridimensionamento, perché fare mercato con 60 milioni di entrate in meno imporrebbe cessioni dolorose. Nei piani dirigenziali invece la prossima stagione dovrà essere quella del rilancio definitivo, con l’aggiunta di 2-3 giocatori che alzino il livello della squadra e la rendano competitiva anche per lo scudetto. Finora la rivoluzione Motta ha vissuto di alti e bassi, i progressi sul piano del gioco sono evidenti e innegabili ma non costanti e la squadra ha mostrato delle lacune, fisiche e di personalità, che l’allenatore dovrà cercare di colmare. Di sicuro i tanti infortuni e la perdita di un giocatore fondamentale, anche nello spogliatoio, come Gleison Bremer hanno rallentato il processo di crescita di un gruppo profondamente rinnovato (13 nuovi acquisti). La squadra è giovane così come Motta, che è alla sua prima volta sulla panchina di una big e avrà tempo per crescere e anche per trovare una maggiore sintonia con i suoi giocatori.
crescita, scelte ed empatia
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Thiago (che ieri ha annullato l’allenamento) è noto per l’intransigenza e per le scelte nette, dai suoi uomini pretende il massimo e in campo vorrebbe vedere più corsa e intensità, dall’altra parte i giocatori lo vorrebbero più empatico. I cambi del Philips Stadion hanno lasciato qualche perplessità anche per le tempistiche (sarebbe stato meglio farli sull’1-1) idem insistere su giocatori che non sono al top della condizione (come Koopmeiners, che ha giocato con la febbre e a maggior ragione sarebbe stato meglio puntare su Thuram dall’inizio). Adesso, con tutta la settimana a disposizione per preparare il campionato, il club è convinto (e si aspetta) che Motta possa incidere di più, lavorando sulla testa e sulle gambe dei suoi giocatori. Il problema è che con Milan e Atalanta fuori dall’Europa anche le altre pretendenti a un posto Champions avranno questo vantaggio e raggiungere l’agognato quarto posto rischia di diventare ancora più difficile. Motta dovrà diventare il valore aggiunto di una squadra che ha buoni giocatori ma manca di fenomeni. E finora quelli più pagati (da Koop a Nico fino a Douglas Luiz) non hanno fatto la differenza. Champions o non Champions, questo è il dilemma. E senza Motta non può considerarsi sicuro del posto nonostante il contratto triennale, perché alla Juventus comandano sempre i risultati.
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