Le squadra di Tudor e Guardiola si ritrovano contro a Orlando dopo l’incrocio di dicembre in Champions League: di quelle squadre, tra campo e panchina, è rimasto poco
Dove eravamo rimasti? Quando giovedì sera Juve e Manchester City si ritroveranno di fronte al Mondiale per club saranno passati poco meno di 200 giorni dall’incrocio all’Allianz Stadium nella fase campionato di Champions League. Sono poco più di sei mesi, ma in realtà, tra gerarchie stravolte, milioni investiti e affari sfumati, sembra sia passata una vita: c’è chi ha perso il posto, chi… la panchina, ci sono una decina di volti nuovi e chi questa partita avrebbe potuto giocarla a maglie invertite.
la juve da thiago motta a tudor
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L’11 dicembre scorso alla guida della Juve c’era ancora Thiago Motta: contro gli inglesi andò in scena una delle migliori gare della sua gestione. Il tecnico italo-brasiliano, che già aveva iniziato ad accusare i primi sintomi di “pareggite”, rinunciò per una notte ai suoi principi di gioco, impostando una partita di attesa bassa, aggressività e ripartenze. Salvata da Di Gregorio (miracoloso su Haaland), la formazione bianconera, ancora capitanata da Danilo, alla penultima apparizione in maglia juventina, si impose nella ripresa con i gol di Vlahovic e McKennie. Adesso, alla guida della Juve c’è Igor Tudor, il difensore brasiliano è tornato in patria, al Flamengo, e l’attaccante serbo è con più di un piede fuori dalla Continassa, anche se potrebbe partire da titolare per motivi di turnover. E, per scelta o per necessità, i tre acquisti di gennaio (Kelly, Alberto Costa e Kolo Muani) sono già diventati tutti inamovibili.
manchester city, la rivoluzione di mercato
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Quella sconfitta a Torino per il Manchester City fu la settima di una serie di 9 in 12 partite, tanto da spingere la squadra ai margini della zona coppe in Premier e costringerla ai playoff (poi persi col Real) in Champions. Due mesi da incubo, insomma, per Pep Guardiola, alle prese con una sequela di gravi infortuni (primo tra tutti Rodri) e, probabilmente, con un gruppo arrivato a fine ciclo. All’Etihad la scelta è stata contraria a quella bianconera: conferma per il tecnico catalano e rivoluzione in campo. Tra gennaio e giugno sono arrivati 8 nuovi giocatori, per un fiume di milioni (oltre 300) investiti sul mercato. Da Cherky a Echeverri, da Nico Gonzalez a Vitor Reis, da Reijnders a Marmoush e Khusanov, la formazione iniziale a Orlando sarà probabilmente molto diversa da quella scesa in campo a Torino sei mesi fa.
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juve-manchester city, la partita di cambiaso
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Con loro, ci sarebbe potuto essere pure Andrea Cambiaso. A gennaio il Manchester City aveva lanciato l’assalto sull’esterno italiano e tutto lasciava pensare che questo Mondiale per club non l’avrebbe giocato con la maglia bianconera. Invece, nonostante una seconda parte di stagione sotto tono e condizionata dagli infortuni alla caviglia, il numero 27 ha reagito e adesso, insieme a Yildiz, è uno degli inamovibili intorno a cui la Juve vuole costruire il nuovo ciclo. “Il club e Tudor stravedono per me, non ho mai chiesto di andare via. Guardiola? Non mi ha più chiamato”, ha confessato una settimana fa alla Gazzetta. Juve-Manchester City, dove eravamo rimasti? Quasi 200 giorni dopo è cambiato tutto… tranne Cambiaso.
La Gazzetta dello Sport
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