Juve, l’attacco non va: nell’ultimo mese solo tre gol dagli attaccanti

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Kolo Muani si è fermato dopo 5 reti in 3 gare di A, Vlahovic è ai margini, gli esterni latitano: Motta ha un problema da risolvere

Fabio Russo

Giornalista

Terminato l’effetto del ciclone Kolo Muani, in casa Juve è tornato a suonare forte l’allarme-attacco. Dall’ultimo gol segnato dal francese il 7 febbraio a Como, appena tre suoi compagni di reparto sono riusciti ad andare in rete: Mbangula nell’andata dei playoff di Champions contro il Psv Eindhoven, Francisco Conceiçao nella gara vinta contro l’Inter e Dusan Vlahovic nel successo in casa del Cagliari. Per ripartire dopo la batosta contro l’Atalanta e conservare il quarto posto, Thiago Motta ha urgenza di ritrovare i suoi attaccanti. 

juve, che fatica davanti

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Che l’attacco della Juve faticasse era un aspetto già emerso fin dall’inizio della stagione: i bianconeri hanno soltanto un giocatore in doppia cifra (Vlahovic, 14), contro i tre di Atalanta (Retegui, Lookman e De Ketelaere), Lazio (Castellanos, Pedro e Zaccagni) e Milan (Pulisic, Reijnders e Leao) e i due dell’Inter (Thuram e Lautaro Martinez). In generale, comunque, la produzione offensiva dei bianconeri è sempre stata abbastanza carente, se si considera che i bianconeri sono sesti per gol attesi in Serie A (dietro Inter, Atalanta, Milan, Lazio e Roma), e che le reti segnate sono state 61 in 41 partite complessive, meno di una e mezza gara e, soprattutto, meno di quanto hanno fatto Atalanta e Inter nelle sole 28 giornate di campionato (63).

kolo stop

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L’ingaggio di Kolo Muani sembrava aver dato un boost al reparto offensivo bianconero: con 5 gol nei primi 270 minuti di Serie A più l’assist “visionario” a Conceiçao nella gara contro l’Inter, il francese aveva contribuito pesantemente a tre delle 5 vittorie consecutive, oltre a rendere meno prevedibile una manovra che fin lì aveva mostrato diverse pecche. Poi, però, l’ex Psg è intervenuto un calo fisiologico, inevitabile per un giocatore che si è ritrovato costretto a giocare 784 minuti in un mese e mezzo dopo averne disputati appena 463′ in 5 mesi. E contro l’Atalanta è finito anche lui vittima della serataccia generale: con soli 28 palloni giocati (poco meno della metà del portiere Di Gregorio), è stato il meno coinvolto tra i bianconeri che hanno giocato più di un tempo.

vlahovic e il lungo addio

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Tra le immagini della figuraccia dell’Allianz Stadium contro la squadra di Gasperini resterà sicuramente anche lo scivolone di Dusan Vlahovic che ha mandato in porta Lookman per lo 0-4 finale. Al primo pallone toccato, il serbo ha finito per affossare definitivamente i suoi. D’altronde, la sua gestione (titolare inamovibile fino a dicembre, ai margini dopo il confronto con Motta in Arabia Saudita e la volontà di non rinnovare il contratto in scadenza nel 2026) ha contribuito a renderlo un giocatore “assente”, spesso immerso nei suoi pensieri in panchina piuttosto che protagonista in campo. Perlomeno, però, con la rete al Cagliari ha contribuito a regalare alla Juve tre punti preziosi nella rincorsa alla Champions.

gli altri

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Per il resto, nonostante una manovra più verticale e un atteggiamento più offensivo, gli esterni continuano a latitare: il migliore per rendimento (gol e assist) è Timothy Weah (6+5), che, però, da fine gennaio è stato retrocesso a terzino destro. Segue Yildiz (6+4), che però l’ultimo gol lo ha realizzato a inizio gennaio nel derby contro il Torino, mentre Nico Gonzalez è a secco di reti ed è stato capace di fornire appena due assist nell’anno nuovo, contro Milan e Como. Con Conceiçao che sembrava aver imboccato una buona strada (due gol in quattro partite contro Empoli e Inter) ma è stato fermato dall’infortunio, il quadro è presto fatto: l’allarme-attacco alla Continassa è tornato a suonare forte.



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