Freschezza, dribbling, potenza, gol, invenzioni: Kenan al Mondiale sta dimostrando che il mondo bianconero è perfetto per la sua maturazione, e allo stesso modo la squadra sta scoprendo l’uomo che potrà accompagnarla a nuove vittorie
In altri tempi, la ricetta per un futuro prosperoso sarebbe stata semplice: abbiamo un gioiello, costruiamo la squadra intorno a lui. Ma l’epoca dorata per la Serie A è un lontano ricordo. Kenan Yildiz, 20 anni, è una certezza per la Juventus, non uno dei tanti altri compagni che sperano di sfruttare questo Mondiale per poter restare in bianconero. Il talento turco non deve conquistarsi la riconferma, ma piuttosto è la Juve che dovrà difendersi dai tentativi di scippo, cioè un domani lontano da Torino, sperando che arrivino il più tardi possibile.
crescita graduale
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Il torneo statunitense sta mettendo Yildiz sul piano dei protagonisti assoluti. Due partite, tre gol e mezzo, ma più che la contabilità vale la qualità. Nel calcio trascinato e stanco, per ovvi motivi, di tante squadre europee, il ragazzo invece mette freschezza e dribbling, energia e conclusioni di potenza, vedi il raddoppio di ieri. Il club e tutto l’ambiente bianconero, in cui lui e la sua famiglia si trovano a proprio agio, possono assicurargli una crescita graduale ma non ossessiva, e comunque ad alto livello. E il ragazzo, in cambio, può accompagnare a sua volta la squadra nella maturazione, se si vuole tentare il riavvicinamento a traguardi che non siano soltanto la zona Champions, perché si parla sempre di una società con il record di scudetti in Italia, ma a secco da cinque anni.
palcoscenico
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Al di là di pronostici e ambizioni, il Mondiale per Club serve alla Juventus anche per arricchire le casse, e la vittoria sul Wydad porta altri nove milioni tra premi per le due vittorie e passaggio agli ottavi, ormai in tasca. Ma il torneo ha pure una valenza tecnica che va oltre la posizione finale. A differenza dell’Inter, che ha dovuto svoltare all’improvviso causa traumi (il 5-0 subito in finale di Champions League) e divorzi (l’addio di Simone Inzaghi), i bianconeri sono nel mezzo di un processo di rinnovamento meno ansioso, iniziato tre mesi fa con l’arrivo in panchina di Igor Tudor al posto di Thiago Motta, e proseguito con la conferma dell’allenatore e l’allungamento limitato di alcuni contratti di giocatori importanti in prestito, e il cui futuro può dipendere anche da questo Mondiale. Randal Kolo Muani e Francisco Conceiçao sono i due indiziati a rimanere se…, e nella prima partita con l’Al Ain la loro opera di convinzione aveva dato buoni frutti, vista la doppietta di entrambi. Ieri meno squilli, ma potranno riprovarci. Intanto, la Juve che rimanda gli assilli sugli sviluppi di questo precariato si è portata avanti con Yildiz, che è alla seconda segnatura multipla nella sua carriera juventina, e il precedente risale alla doppietta contro l’Inter a San Siro, lo scorso 27 ottobre. Come dire, il ragazzo sceglie sempre un palcoscenico di prestigio per farsi riconoscere.
La Juventus a punteggio pieno, spinta anche dal vento dei suoi nove gol, mischia l’eleganza davanti all’altra porta a qualche distrazione di troppo nel proteggere Di Gregorio. Quando salirà il livello dei rivali, servirà altro, dietro. Ma la leggerezza e la soddisfazione portate da queste due prime partite possono attenuare i pensieri sulla costruzione della nuova squadra che al momento ha sempre dei punti incerti, dovuti anche al ritardo nel formare la componente dirigenziale che opera anche sul mercato.
opportunità
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Anche la Juve del Mondiale ha messo ai margini Dusan Vlahovic, che sarà in scadenza di contratto l’estate prossima e quindi è un capitale da far rendere, se non c’è più la fiducia per preservarlo. Il gol su rigore di ieri, penalty che il serbo si era procurato, è una tregua in un conflitto da coppia in crisi, però può dare una scossa sul breve termine. Questa Juve è una squadra che sta cercando ancora il miglior Teun Koopmeiners, chissà se lo troverà. Tudor, sempre a differenza di Chivu, non ha nuovi acquisti già in rosa da inserire. Può valutare alcuni esperimenti, può cercare di far diventare questo torneo un’opportunità e non una tortura, seppur ben pagata. Con un Yildiz così, il divertimento non manca.
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