Non solo i provvedimenti disciplinari. Renato Veiga e Kolo Muani hanno avuto un confronto acceso sul prato dell’Olimpico al 45′
Due indizi non fanno certo una prova, al massimo una coincidenza, per dirla con Agatha Christie, ma certo l’espulsione di Kalulu contro la Lazio, dopo quella di Yildiz contro il Monza, apre delle riflessioni nel mondo Juve. Nelle 7 partite di gestione Tudor, i bianconeri hanno subito due cartellini rossi per “condotta violenta”, contro l’unico (doppio giallo, il secondo per proteste, a Conceiçao, all’andata contro il Cagliari) nelle 29 gare di Serie A sotto la guida di Thiago Motta. Questione, probabilmente, di approccio. È questa l’altra faccia dell’effetto portato dal tecnico croato?
tudor e la juve “da battaglia”
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“Per noi sarà comunque una battaglia, ci mettiamo il casco e pedaliamo”. “Il secondo tempo è stata una battaglia per prendere questa vittoria con le unghie, con la sofferenza e mi è piaciuto tanto”. “Ho visto dei ragazzi vogliosi, pronti a dare battaglia con le nostre cose”. Parole e musica di Igor Tudor, rispettivamente prima della gara contro il Lecce, dopo quella contro il Monza e alla vigilia di quella contro il Bologna. Tutto il contrario del suo predecessore, che, anche quando, da gennaio in avanti, ha capito che alla Juve non si poteva prescindere dal risultato, continuava a chiedere alla sua squadra semplicemente di “fare una grande prestazione”. I calciatori bianconeri, però, probabilmente, hanno preso troppo alla lettera il cavallo di… battaglia del nuovo corso.
juve, allarme rosso
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E così, al di là del dato delle espulsioni che balza subito all’occhio, si nota anche che, se la Juve non ha cambiato atteggiamento sui falli (passati da 12,5 media a 13), il numero delle ammonizioni è nettamente aumentato: dalle 1,72 a partita (50 in 29 gare) con l’italo-brasiliano a 2,42 (17 in 7) con il croato. Un incremento di oltre il 40%. Ma non è tutto, perché nell’intervallo del match dell’Olimpico si è evidenziato un certo nervosismo: Renato Veiga e Kolo Muani sono rientrati negli spogliatoi discutendo. Un confronto acceso, che ha richiesto l’intervento di Khephren Thuram per calmare gli animi. Tutto risolto poi dal gol dell’ex Psg, festeggiato proprio con un abbraccio con il portoghese. Si ha come la sensazione che Tudor abbia provato a scuotere la squadra “compassata” che ha ereditato da Motta con i crismi del suo credo (aggressività a tutto campo, intensità e resilienza), ottenendo però un effetto boomerang. Ovvero una squadra che accusa presto la fatica e che, di conseguenza, si “stressa” e perde lucidità. E, in tutto questo, la volata all’ultimo centimetro per il quarto posto non aiuta la tenuta nervosa di un gruppo che aveva già ampiamente dimostrato di peccare di leadership…
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