Juve, Elkann fa la rivoluzione: Giuntoli rischia, Chiellini presidente. E spunta Comolli

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L’ex difensore e capitano studia da futuro presidente e sarà affiancato da un manager di campo: contatti con l’attuale presidente del Tolosa. Come ds, in pole il ritorno di Tognozzi

Fabiana Della Valle

Giornalista

Conquistata la Champions bisogna rifare la Signora. Non solo dal punto di vista calcistico, perché un tocco di maquillage servirà, oltre che alla panchina, pure alla rosa bianconera se si vuole davvero puntare al tricolore, ma prima ancora sotto il profilo societario, perché un club forte si vede dalle fondamenta e la Juventus targata John Elkann, sempre più presenzialista nelle decisioni che contano oltre che nelle iniezioni di capitale, vuole ridarsi una struttura forte come ai tempi dei nove scudetti di fila. Così in attesa che Antonio Conte sciolga le riserve e ridica sì alla sua amata Signora, l’organigramma dirigenziale – che aveva subito una stringente cura dimagrante nel 2022, dopo la riorganizzazione resa necessaria dalle dimissioni del vecchio presidente Andrea Agnelli e del Cda causate dall’inchiesta giudiziaria del Procura di Torino – potrebbe tornare ad allargarsi per aumentare le competenze e diversificare i ruoli. La figura chiave sarà Giorgio Chiellini, ex bandiera e ora dirigente, che per un anno ha lavorato a stretto contatto con l’amministratore delegato Maurizio Scanavino come responsabile delle relazioni internazionali ed istituzionali del club, entrando sempre più nelle dinamiche e nei meccanismi bianconeri. A lui potrebbero aggiungersi un ad (Damien Comolli) e un diesse (Matteo Tognozzi), con la posizione di Cristiano Giuntoli sotto osservazione. 

juve, il nuovo ruolo di chiellini

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Chiellini deve ancora crescere e imparare, per lui si profila un ingresso nel prossimo Cda e un futuro da presidente, nel frattempo sta lavorando con Elkann al riassetto societario, facendo da collante tra l’area sportiva e quella manageriale. A lui la proprietà vorrebbe affiancare un amministratore delegato alla Marotta, ovvero con competenze specificatamente calcistiche, il francese Comolli, attuale presidente del Tolosa. Elkann e Comolli si conoscono per altre vie (non pallonare) e si sono già parlati, con il suo innesto si ricreerebbe un dualismo già visto ai tempi di Agnelli, quando Marotta era l’ad dell’area sportiva e Aldo Mazzia il Ceo di quella finanziaria. Scanavino è l’emanazione di Elkann dentro la Juventus, messo in società da John per far quadrare i conti (obiettivo raggiunto con l’ultima semestrale in utile) ma non è uomo di campo come lo sarebbe invece Comolli, che ha fatto tutta la trafila, da giocatore a osservatore fino a direttore sportivo e presidente. 

chi è tognozzi, il ds che può tornare alla juve

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A completare l’impianto potrebbe esserci un ritorno, quello di Matteo Tognozzi, ex direttore sportivo del Granada dopo 6 stagioni trascorse alla Juventus. Tognozzi è stato osservatore dei settori giovanili ai tempi di Fabio Paratici e poi è diventato capo scout sotto la gestione successiva di Federico Cherubini. Tra i suoi colpi di mercato si ricordano gli ex bianconeri Dean Huijsen e Matias Soulé oltre all’attuale numero dieci Kenan Yildiz. 

juve, giuntoli a rischio?

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Figlio d’arte (suo padre Stefano, pure lui scout, è stato uomo di fiducia di Luciano Spalletti), Matteo nei piani della proprietà dovrebbe rientrare per lavorare a stretto contatto con Giuntoli, la cui posizione resta traballante nonostante il raggiungimento in extremis del quarto posto. Tutto dipenderà da Elkann, che sta riflettendo su di lui. L’operato del dt non è considerato del tutto soddisfacente dai vertici societari: la riduzione del monte ingaggi e il taglio dei costi hanno permesso di centrare l’obiettivo economico, però rimesso in discussione dall’esonero di Thiago Motta, che ha costretto la proprietà a intervenire versando subito 15 milioni per non erodere il capitale sociale. Non è detto però che Giuntoli sia destinato all’addio, anche perché ha un contratto lungo (fino al 2028) e oneroso (2 milioni a stagione). Potrebbe anche restare all’interno di una struttura più ampia e articolata che gli permetterebbe di concentrarsi soprattutto sul mercato. 

La nuova Juventus sta nascendo per mano di Elkann, che dopo 5 stagioni senza scudetto vuole tornare a essere protagonista, e con la supervisione di Chiellini. Una struttura che somiglia sempre di più a quella creata da Agnelli negli anni d’oro della seconda decade del Duemila, quando la Signora dominava in Italia ed era tra i top club d’Europa. In quella società c’erano, oltre a due amministratori delegati che si dividevano le competenze sportive (Marotta) e finanziarie (Mazzia), Paratici che faceva il diesse, Cherubini che era il suo braccio destro, Nedved con la carica di vice presidente e una fitta rete di collaboratori, osservatori e uomini addetti al settore giovanile. Per tornare grandi bisogna riorganizzarsi a tutti i livelli. A Torino hanno iniziato i lavori di ristrutturazione, aspettando Antonio Conte.



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