Juve, come giocherà con Spalletti

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Quando tornerà Bremer, dovrà adattarsi a una nuova linea. Kenan a sinistra, ma più libero di accentrarsi, mentre l’olandese potrebbe rinascere con il 4-2-3-1

Giovanni Albanese

Collaboratore

Servirà del tempo a Spalletti per dare un nuovo volto alla Juve. L’arrivo dell’ex Ct sulla panchina bianconera porterà a un notevole cambiamento: a livello tattico e non solo, perché l’attesa maggiore è rivolta su come l’allenatore vorrà utilizzare alcuni giocatori chiave della rosa. La presenza in squadra di un difensore come Bremer indirizza sulla necessità di ottimizzare le sue qualità, esattamente come la posizione di Yildiz non è marginale nella costruzione del modello tattico di base. La Juve di Spalletti potrebbe proporsi con un 4-3-3 o con il 4-2-3-1, seppur la difesa a tre non sia da escludere categoricamente a priori. 

DIFESA A 4

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Con Bremer la difesa a tre resta una possibilità. Senza di lui, però, è probabile che l’uomo chiave dietro sia Cambiaso: più da terzino che da esterno di centrocampo, seppur con la libertà di spaziare sul suo lato per creare presupposti di gioco interessanti nella manovra. La linea di difesa a quattro riporterebbe Kalulu nella posizione originaria di terzino, nel caso di linea a tre il francese verrebbe considerato un braccetto e non più quinto come da esperimento di Tudor. Da Gatti a Kelly, a Rugani: gli uomini per fare la difesa a quattro la Juve ce li ha già. E anche Bremer potrebbe evolversi adattandosi a quattro. 

IL JOLLY DI CENTROCAMPO

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Spalletti alla Juve può aprire nuovi scenari anche a Koopmeiners, che potrebbe ritrovarsi dentro a un contesto tattico più funzionale alle proprie caratteristiche. Nel 4-3-3 l’olandese sarebbe una mezzala, ma nello sviluppo sul 4-2-3-1 potrebbe andare a riempire lo spazio dietro al centravanti con un’efficacia maggiore rispetto agli ultimi anni: questione di idee della nuova guida tecnica, di equilibri da trovare e di convinzione sulle qualità del calciatore, che spesso è andato in difficoltà da quando è sbarcato sotto la Mole. Spalletti immagina di poter utilizzare l’olandese un po’ come faceva con Perrotta ai tempi della sua prima avventura alla Roma. Locatelli e Thuram, come McKennie, potrebbero garantire il supporto necessario in mediana: anche se tornerebbe utile un regista puro, già a gennaio. 

LA CHIAVE IN ATTACCO

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Yildiz alla Kvara potrebbe essere un primo indizio per comprendere la metamorfosi del reparto avanzato. Con il turco libero di trovare gli spazi dietro la punta partendo da sinistra: un po’ più vicino alla prima visione di Thiago Motta, anche se in zona centrale con Tudor il 2005 ha fatto bene. Nel tridente spallettiano, però, lo spazio centrale sarebbe riservato a un centravanti (ce ne sono tre a disposizione: David, Vlahovic, Openda) e sul lato opposto a Yildiz tornerebbe utile la presenza di un giocatore con ritmo alto, alla Conceiçao. In questo senso anche Nico Gonzalez potrebbe diventare presto un rimpianto di mercato, mentre va seguita l’evoluzione di Zhegrova.



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