L’allenatore rossoblù alla vigilia della sfida col Friburgo: “Hanno giocatori di qualità e ottima caratura tecnica, sono organizzati. Noi cresceremo di condizione, ritroveremo gli infortunati e tutto questo aiuterà”
Tutto molto semplice: per mettersi sull’atlante di chi ambisce, quindi dentro una classifica più vera in Europa League, il Bologna deve semplicemente vincere. Contro il Friburgo (domani sera, ore 18.45), Vincenzo Italiano deve cominciare a raccogliere il massimo: il Dall’Ara aiuta (i rossoblù in casa si trasformano) ma la formazione da decidere aiuterà di più. Il Bologna è reduce dalla trasferta pareggiata all’ultimo minuto a Lecce, prende troppi tiri in porta (4 legni il Milan, 3 il Lecce più le parate mirabolanti di Skorupski) e ne fa ancora pochi rispetto allo standard a cui Italiano ha abituato. “Il Friburgo – dice il tecnico Italiano – è una squadra che in casa è molto temibile, non so fuori come approccerà le partite, ha giocatori di qualità e ottima caratura tecnica, è organizzata. Abbiamo sfide toste, dobbiamo alzare il livello, abbiamo visto come ha approcciato il Basilea: su di noi ci sono grandi aspettative. Le capisco, dobbiamo essere più qualitativi, abbiamo alzato diversi indici ma non è ancora abbastanza: cresceremo di condizione e questo aiuterà”.
Simil 2024-25
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Al Bologna di oggi mancano due capisaldi della passata stagione ma Italiano vede alcuni punti in comune. “Aver tolto due giocatori importanti come Beukema e Ndoye nello scacchiere – riprende Italiano – non è stato facile ma ricordiamo che all’inizio entrambi hanno avuto problemi e quindi abbiamo preso sostituti ai quali va dato tempo anche per trovare la condizione giusta e inserirsi nei meccanismi; bisogna avere pazienza e fiducia, la qualità c’è. Le aspettative? Siamo giustamente chiamati a dare qualcosa in più: vai a Lecce e pareggi ma dovevamo vincere, vai a Birmingham e perdi uno a zero e si voleva di più: mi sta bene, perché significa aver abituato bene la gente ed è giusto farlo. E questa annata ha delle cose simili a quella dell’anno scorso… Rowe? Il suo primo tempo a Lecce mi è piaciuto ma ci vuole ambientamento e da parte nostra la capacità di aspettarli: arriverà, ne sono convinto. E fra poco avremo anche Immobile (non inserito nella Lista Uefa, ndr). I sette punti in A non sono pochi, ora va tutto condito con i miglioramenti, da Berna e Rowe, anche da Ciro quando tornerà, Heggem e Vitik cresceranno”.
Imparate da Ndoye
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A proposito di Ndoye: Italiano vuole che le ali siano veri attaccanti. Servono i gol. servono esercitazioni. “Chi può farmi i gol di Ndoye dopo le tante esercitazioni che faceva dopo gli allenamenti? Dan veniva con le sagome e voleva lavorare oltre l’allenamento: per alcuni giorni temevo si rompesse da quanto lavorara in più. Voleva farlo tutti i giorni e così ha segnato i tanti gol che ha fatto; i giocatori di oggi hanno la volontà di farlo ma devono avere la fame che aveva lui. Sapete chi avevo così determinato come Dan? Vlahovic: la fame di arrivare, di provare, di fare un passaggio mentale. Lo facciamo anche quest’anno, sia chiaro, poi si vedrà”.
Santi e l’eurogol
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Con Italiano c’è Santiago Castro. “Mi sento bene – dice l’argentino -, pian piano stiamo cercando di mettere in campo quel che vuole Italiano. Vogliamo fare una grande serata, per noi e per i tifosi: sappiamo che il Friburgo pressa e ha qualità ma sappiamo che se riusciamo ad essere noi stessi potremo batterli. Dove dobbiamo migliorare? Nel palleggio in possesso stiamo progredendo, l’anno scorso era più o meno uguale, abbiamo fatto fatica anche nelle prime gare, per cui serve tempo. Mi manca il gol europeo, sì, sarebbe speciale ma non voglio pensare esclusivamente a quello, serve pensare al bene della squadra e il resto viene”.
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