Iorio: “Scudetto con la Roma mio. Uefa con l’Inter no. Rinato col beach soccer”

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L’ex attaccante: “Bagnoli è la persona più bella del calcio. Trap non mi vedeva. Il beach è un virus che mi ha colpito totalmente. Mi sono innamorato follemente”

s ono davvero due vite. Pienissime. Una da calciatore che comincia a 200 metri da San Siro dove Maurizio Iorio è nato il 6 giugno del 1959. L’altra, da inguaribile Peter Pan, nel beach soccer, la disciplina in cui l’ex centravanti, amante delle rovesciate e delle acrobazie, ha creduto più di tutti partendo da bravo beacher nel 1995 sulla sabbia e diventando a tutti gli effetti il principale promoter in Italia. Ma nelle due vite di Iorio c’è un collante: la palla. Che lui ha amato da bambino. Quando, milanista, si infilava a San Siro, il suo parco giochi, a sbirciare l’idolo Gianni Rivera e tirava i primi calcio alla Hh Triestina. Il Milan lo scartò. Per il fisico. Lo prese il Vigevano per 200 paia di scarpe fornite al club milanese. E da lì è cominciata una fantastica scalata in cui Iorio ha indossato 12 maglie. “A 17 anni ero a Foggia. Da lì ho imparato tante regole di vita. Esordii in A con Ettore Puricelli, un santone. Feci 6 gol in 17 partite. Il Torino mi acquistò per un miliardo e mezzo. Arrivai e mi misurai con i mostri sacri: Pulici, Graziani, Claudio Sala”. 

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