Intervista Stroppa allenatore Venezia: “Squadra da promozione diretta. Sulla Cremonese…”

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Il nuovo tecnico dei lagunari, specializzato in promozioni, anticipa come sarà la lotta verso la Serie A: “Neopromosse, deluse, retrocesse e grandi allenatori, quest’anno sarà difficile”

Nicola Binda

Giornalista

Jeff Bezos è andato a sposarsi a Venezia dividendo la città tra chi ha ringraziato per la pioggia di denaro e chi ha protestato per i disagi dovuti all’ordine pubblico. Meno sfarzosamente, Giovanni Stroppa è arrivato in laguna e ha riunito i tifosi, demoralizzati per la retrocessione. Sì, tutti sono convinti che sia stata la scelta giusta per risalire subito. D’altronde lui sa come si fa, vista la Serie A conquistata tre volte dal 2020 a oggi, più una finale persa due anni fa. Era triste Venezia per Stroppa quella sera quando con la Cremonese non riuscì nell’impresa centrata un anno dopo a La Spezia. Oggi il tecnico guarda la città piena di luce, ha già fatto qualche escursione in centro e potrebbe decidere di prendere casa tra i canali. “Una passeggiata per recuperare la macchina e poi cinque minuti per andare al centro sportivo. Se penso che prima viaggiavo da Brescia a Cremona…”.

Parliamo di squadra: che Venezia ha trovato?

“Con una gran voglia di lavorare, mi ha quasi sorpreso, anche se il direttore Antonelli mi aveva detto che le teste sono quelle giuste. Devo dire che il campo l’ha confermato, vedo tra i giocatori retrocessi orgoglio e spirito di rivalsa”.

Non ha mai allenato tanti stranieri insieme.

“Capiscono molto bene l’italiano, sono molto attenti alla mia proposta. Il problema non è la parola, ma capire in fretta cosa voglio da loro. Bisogna affrettare i tempi di apprendimento e io devo essere bravo ad accorciarli. Dobbiamo diventare forti e non lo siamo ancora per quello che ci aspetta”.

Ha fatto tre promozioni in A con squadre con la stessa idea di gioco: sarà così anche a Venezia?

“Sono stato scelto per la mia idea e spero di ricambiare la fiducia. Per farlo devo portare i numeri, dare identità alla squadra e il percorso è duro”.

Anche alla Cremonese, a settembre 2023, trovò una squadra reduce da una retrocessione.

“Qui non percepisco delusione. Ho parlato con qualche tifoso, per provocarli ho detto: facciamo 40 punti e salviamoci. Questo perché la mentalità deve essere quella di fare battaglia, rimboccarci le maniche e crescere. Però qui c’è entusiasmo, un senso di appartenenza che poche volte ho riscontrato. I tifosi si sentono rappresentati dalla loro squadra, questo mi piace”.

La Cremonese non l’ha tenuta in Serie A. Perché?

“Non mi sono amareggiato, oggi mi sento valorizzato e questa è una tappa importante per la mia carriera. A Cremona penso di aver fatto qualcosa di eccezionale, lo dicono i numeri. Diciamo che solo dal punto di vista umano mi aspettavo da qualcuno qualcosa di più, ma dal punto di vista professionale ci sta: il contratto era scaduto e non era scontato rinnovarlo. Però abbiamo vinto insieme, ho potuto essere protagonista, e se non avessi vinto sarei stato contento lo stesso per come ho lavorato”.

Ha detto che avrebbe tenuto tutti i giocatori del Venezia in Serie A, invece qualcuno è partito.

“Pochi, per fortuna. Quelli che sono rimasti qui vanno benissimo. La società sa tutto, poi di fronte al mercato alzo le mani”.

Se restasse Nicolussi Caviglia…

“Lui e tanti altri, sarei felicissimo”.

Lei è un esteta del calcio: vi manca qualità?

“Qualcosa, per essere belli il percorso è lungo ma ci arriveremo. Prima ci arriviamo, prima esalteremo le doti dei giocatori, che sono tante”.

Può essere l’anno dell’esplosione di Adorante?

“L’anno scorso ha mostrato tante belle cose. Allenandolo è una bella sorpresa dal punto di vista umano: ha fame, ed è quello che ci vuole in questa B, soprattutto dopo una retrocessione”.

Il valore di una squadra va parametrato a quello dei rivali: oggi chi è più forte di voi?

“Vedo tante belle squadre, ho fatto tanta B e conosco le situazioni. Guardo le neopromosse, le deluse del campionato scorso, le retrocesse: occhio, piedi piantati a terra, abbiamo solo un mese per essere pronti”.

Un collega forte da sfidare?

“Ne vedo tantissimi bravi”.

Se ci dovesse essere terza finale playoff con D’Angelo?

“Spero che vinca lui. Ma tanto io arrivo prima…”.

Sei partite e sono 400 panchine: che valore hanno?

“Sono felice di allenare a questo livello, mi sento fortunato perché la mattina mi alzo per andare da gruppi stupendi, mi piace da morire. Come migliorare i giocatori: vengo dal settore giovanile, ce l’ho dentro, è la cosa che preferisco fare”.

Lo dice anche Silvio Baldini, che ha incontrato un mese fa in vacanza. Si merita l’Under 21?

“Intanto mi è dispiaciuto per Nunziata che aveva fatto un ottimo lavoro. Però anche Baldini sa migliorare i giocatori, ha valori umani eccezionali e anche lui saprà trasmettere il vero senso di appartenenza, fondamentale con la maglia azzurra”.



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