Oggi contro la squadra di Zanetti Bisseck è l’unico giocatore di movimento che era titolare anche a Barcellona. Può riposare pure Sommer: pronto Martinez
Non è certo un fastidio il rendez-vous di stasera a San Siro, il campionato mai lo sarà per l’Fc Internazionale che non ha minimamente abdicato al sogno di storica doppietta tra Italia ed Europa: contro il Verona, anche con una squadra rivoltata dalla testa ai piedi e una coppia di attaccanti assai alternativa come Arna-Correa, Simone Inzaghi cerca ancora il modo di seminare qualche sassolino lungo il cammino del Napoli. E intanto lo stadio, pronto ad avvicinarsi di nuovo al tutto esaurito anche stavolta, farà le prove generali del tifo da scatenare sul Barça martedì. In ogni caso, il tecnico nerazzurro sa che per lo scudetto, da adesso in poi, le carte le dà Antonio Conte, ma vuole portare comunque il duello fino all’ultima stoccata, prevista in pedana nel weekend del 25 maggio: in quei giorni si giocherà la giornata finale di questo viaggio sulle montagne russe chiamato Serie A. I nerazzurri, però, sperano sopra ogni cosa, di avere un impegno in agenda pure nella settimana successiva in Baviera. La finale di Champions di Monaco è l’obiettivo supremo e sublime di questa stagione e il Verona di Zanetti capita proprio lì in mezzo, tra due sfide di sofferenza biblica contro i catalani e il “mostro” Lamine Yamal: il fatto che i nerazzurri affrontino una squadra di taglia molto inferiore e strapazzata 0-5 all’andata al Bentegodi, almeno in teoria, facilita le operazioni di turnover — il tecnico è pronto a cambiarne almeno 9, se non 10, rispetto alla battaglia di Montjuic -, ma l’energia che nel gruppo ha scatenato quel 3-3 in terra catalana può nutrire anche il rilancio in campionato. C’è una contaminazione positiva, che è l’altra faccia della stanchezza: arrivati a questo punto, una competizione spinge l’altra.
L’incrocio
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Col Verona sarà comunque un’Inter B, nel senso più allargato possibile: pur avendo praticato rotazioni più o meno sistematiche in stagione, Inzaghi non si era spinto così in profondità. In base alle prove di ieri ad Appiano, il tecnico ha scelto tra i titolari un solo giocatore di movimento che aveva iniziato anche col Barça: Yann Bisseck tornerà dal 1’, anche perché il tenutario del suo posto, Benji Pavard, è ancora infortunato e sgomita per un recupero estremo martedì. L’altro Yann, Sommer, potrebbe posare i guanti: oggi nella rifinitura Inzaghi deciderà se affidarsi al solito numero 1 o ripescare per una volta Josep Martinez. Gli altri, invece, potrebbero a sorpresa cambiare tutti, a partire dal duo offensivo, quasi obbligato per i guai di Lautaro e per la necessità di dare respiro sia a Thuram che a Taremi (l’iraniano è il possibile “partente” in coppa accanto al francese, se il Toro non dovesse farcela). Per le seconde linee di Simone l’occasione è comunque ghiotta, ma l’impresa di Champions ha rigenerato tutti, compresi loro. Non bastasse, i nerazzurri devono pure spezzare l’onda negativa in Italia: hanno perso senza segnare le ultime due di campionato, sono tante sconfitte quante quanto quelle nelle precedenti 27 di A. Se poi si cerca il triplo ko in campionato, i nerazzurri non ne subiscono uno da aprile 2023. Anche al tempo, erano giorni convulsi e di speranza da finale di Champions.
Che cambi
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Nella sua Inter alternativa, Inzaghi pensa a usare De Vrij come centrale al posto di Acerbi e Carlos Augusto in alternativa a Bastoni:i due titolari non devono solo riposare, ma ripassare i movimenti di Lamine come il vangelo. Dovrà farlo anche Dimarco, che lascerà la fascia mancina a Zalewski, mentre dall’altro lato riecco Darmian: Dumfries ricarica le pille, con l’obiettivo di far risaltare ancora tutte le debolezze di Flick. Emblematico anche il fatto che, prima di fermarsi in ritiro, il tecnico abbia cambiato per intero il ventre della squadra: se Asllani è il cambio obbligato a Calha, squalificato come lui, Frattesi e Zielinski (mancava all’appello dal 1’ dal 25 febbraio) potrebbero far rifiatare sia Barella che Micki. Correa, invece, col Verona di solito vede rosso: il gol al Bentegodi è uno dei pochi lampi di questa decadente stagione.
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