Ieri summit in casa nerazzurra. Oltre ai 70 milioni già spesi tra Sucic, Luis Henrique e Bonny altre cessioni importanti (Bisseck e Calhanoglu) potranno accelerare il mercato, e fornire a Chivu un motore brasiliano
Anni a dire che il centrocampo nerazzurro sia il migliore su piazza e, adesso che rischia di perdere un pezzo grosso proprio lì, nelle terre di mezzo, l’Inter non vuole arretrare neanche di un millimetro. Anzi, in questa nascente era finalmente espansiva, farne qualcuno in avanti. I prossimi saranno i giorni di Hakan Calhanoglu, beatamente in ferie assieme all’amico Sommer, ma con in testa il richiamo magico del Bosforo. E poi arriverà il tempo di Ederson, brasiliano tuttofare dell’Atalanta, identificato come rinforzo nel super-reparto nerazzurro, qualora davvero il turco tornasse in patria con gli onori che si devono a una gloria nazionale. Viste le pretese enormi della Dea, che chiede 60 milioni, l’operazione non sarebbe certo facile, ma i nerazzurri hanno munizioni impensabili solo qualche mese fa e potrebbero permettere di arrivare all’atalantino, e anche oltre.
budget
—
Nel business plan della prossima stagione il club ha, infatti, in programma di chiudere questo mercato con un “delta” di 100 milioni circa, modulabili in base alle esigenze della rosa. Dopo anni di conteggi sparagnini, sessioni in attivo o al massimo stiracchiate fino alla parità, potersi permettere un -100 complessivo nel conteggio tra entrate e uscite sa di rivoluzione. Ancora di più pensando al salatissimo Ederson, che piace a ogni componente dell’Inter. Ieri, ad esempio, giusto prima di partire per le ferie, Cristian Chivu è passato in sede in viale della Liberazione e c’è rimasto per un’ora e cinquanta minuti, seduto attorno a un tavolo assieme al presidente Beppe Marotta, al ds Piero Ausilio e al suo vice Dario Baccin: il nome del brasiliano è risuonato spesso, non come sogno, ma come obiettivo.
rilancio
—
Nella somma di Sucic-Luiz Henrique-Bonny, più il riscatto tattico di Zalewski, i nerazzurri hanno già sfiorato 70 milioni di spesa, ma a rientrare in parte da questa cifra dovrebbero servire le cessioni già previste: Bisseck è il bisteccone sul piatto, il gioiello da cui fare almeno una trentina di milioni, senza considerare un altro gruzzoletto simile dagli addii congiunti di Ale Stankovic, Seba Esposito e, soprattutto, Asllani, per cui qualcosa inizia a muoversi. I denari potrebbero pure crescere se entro martedì qualche big estera staccherà l’assegno da 25 milioni per la clausola di Dumfries. E se il Galatasaray deciderà di fare il passo per il sospirato Calha: almeno per ora tutto tace sul confine turco, ma ci sono le condizioni per cui lo scenario cambi in fretta, un po’ per gli appetiti del club di Istanbul e un po’ per il desiderio patriottico del capitano della nazionale della mezzaluna rossa. Non avrà chiesto all’Inter di andare via, ma il vento che soffia da Oriente è tutto in quella direzione. Anche per questo, i nerazzurri vanno oltre e, mentre fissano a 30 milioni il prezzo di partenza di Hakan per il Gala, iniziano a guardare alla cara bottega bergamasca. Non sono previsti sconti robusti, non è nello stile della Dea, e quanto accaduto lo scorso anno con il Koopmeiners juventino lascia immaginare una lunga guerra di posizione. È tutto tenuto in considerazione a Milano, ma non frenerà l’Inter dal fare le mosse del caso in un possibile dopo-Calha. Ederson, 26 anni compiuti ieri, sarebbe il rilancio promesso nel centrocampo e non solo per quei 5 anni di meno rispetto al 31enne Hakan. Tra l’altro, il nazionale di Ancelotti ha fatto sapere di gradire il passaggio da un nerazzurro all’altro.
il nuovo margine
—
Solo da quei tre addii concentrati a centrocampo (Asllani-Stankovic e lo stesso Calha, partenza necessaria per dare inizio alle danze) l’Inter conta di raggranellare una cinquantina di milioni: non saranno ancora i 60 richiesti dalla Dea, ma un solidissimo punto di partenza per negoziare al momento opportuno. Semmai, a dare la speranza di erodere il muro bergamasco (un tempo sarebbe stato impossibile) sono proprio quelle altre tre cifre rotondissime: non solo sarà reinvestito quanto incamerato dalle cessioni, ma, come detto, c’è margine per aggiungere pure un centinaio di milioni. Denaro sonante, utile a guarnire la torta, dal centrocampo in giù. Giusto per capire, solo nel 2019-20, quando ancora il dragone cinese ruggiva, c’erano margini simile: allora, con gli arrivi tra gli altri di Lukaku e Barella, si chiuse d’estate a -125 circa. Nuovi investimenti così decisi sono possibili, anzi considerati necessari, per sfruttare l’esposizione del brand a livello globale e per rifare il look a una squadra uscita col trucco che cola da una stagione di delirio. Tutto era stato stabilito a tempo debito, ma è chiaro che i maxi-incassi arrivati dalla scalata fino alla finale di Champions e la partecipazione al Mondiale per club inducono tranquillità: il risultato netto d’esercizio sarà per la prima volta in utile, con una stima di 20-25 milioni. Insomma, i conti sorridono e continuerà a sorridere anche il centrocampo delle meraviglie, il cuore battente della squadra che fu di Simone: aspettando Calha, l’Inter di Chivu può davvero pensare di innestare un nuovo motore brasiliano. Costerà un occhio della testa, ma potrebbe non essere più un problema.
© RIPRODUZIONE RISERVATA