Inter-Pavard alla stretta finale: in Francia e Germania si torna a parlare del suo carattere – La Gazzetta dello Sport
September 13, 2023 | by allcalcio.it
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Sull’arrivo di Benjamin Pavard la dirigenza dell’Inter continua ad avere fiducia e ha ricevuto rassicurazioni sul completamento del trasferimento all’inizio della prossima settimana. Intanto, però, in Germania e in Francia sono riemerse “istantanee” della vita del difensore che si intrecciano – come è normale che sia – con la vita da sportivo. Per delineare gli episodi in questione bisogna però fare qualche passo indietro e partire dall’inizio del 2020, un periodo che ha stravolto la vita di miliardi di persone in tutto il globo e, quindi, anche quella del francese.
La splendida carriera di Pavard è invidiabile: il talento sbocciato in patria, l’exploit allo Stoccarda, l’incredibile Mondiale 2018 vinto in Russia dalla sua Francia e le stagioni al Bayern Monaco. I fatti si riferiscono però agli ultimi tre anni, quindi dopo la storica rete all’Argentina nella Coppa del Mondo. Non tutto, infatti, è sempre perfetto come sembra. Nel 2022 è stato lui stesso a parlarne in un’intervista a Le Parisien, spiegando quanto la pandemia di coronavirus e il lockdown lo avessero segnato. «Ho sofferto di depressione in quel periodo, c’era qualcosa di sbagliato nella mia testa». E poi ancora, in una dettagliata ammissione che Pavard condivide con sempre più sportivi in un’epoca in cui l’attenzione alla sfera psicologica personale sta sconfiggendo numerosi tabù: «E’ stato un periodo difficile. A livello personale non è stato facile stare da soli in un paese che non è il mio. Lontano dalla mia famiglia, dai miei amici. Qualcosa non andava nella mia vita, ma mi ha fatto crescere. Sono andato avanti, sono migliorato. Pochi sanno cosa ho passato. Solo perché ti guadagni da vivere non significa che sei felice». Sopportazione, fatica e consapevolezza: «All’inizio ti dici che non è niente e che passerà, ma quando vedi che persiste, devi reagire. Sono umano come tutti gli altri, e anche se ho una casa molto bella con una sala pesi, avevo bisogno del contatto con gli altri. Mi alzavo e non avevo fame. Cercavo di tenermi occupato, di cucinare, di guardare le serie tv, ma Netflix va bene per due minuti soltanto… Non mi piace la parola depressione, ma si trattava di questo. Mi sono nascosto davanti agli altri, oggi mi sento molto meglio. Ne sono uscito, ma mi ha cambiato». Le parole di Pavard testimoniano una sensibilità sopra la media e anche il coraggio di parlare pubblicamente di momenti così difficili mostra uno spessore personale non indifferente.
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Mentre il mondo faticosamente si è messo alle spalle la parola Covid, Benjamin ha dovuto fare il conto con la sua carriera e le sue difficoltà, accantonate e sconfitte una alla volta fino a oggi. Se si parla del Mondiale, però, nel giro di quattro anni tutto è cambiato: prima uomo copertina e poi comparsa. In Qatar il francese ha giocato l’esordio contro l’Australia e poi… stop. Zero minuti, superato nelle gerarchie da Jules Koundé e Axel Disasi. Legittime scelte tecniche del selezionatore, certo, ma lo stesso Deschamps, alcuni mesi dopo, ha lasciato intendere che la questione non fosse soltanto fisica e tecnica, ma avesse a che fare con questioni personali. Segreti chiusi nello spogliatoio dei Bleus e nell’ufficio dell’allenatore: «Prima, durante e dopo il difficile Mondiale ho parlato con lui… Tutto ciò appartiene al passato, ora pensiamo al futuro».
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