Inter-Milan, Inzaghi contro Conceiçao: perché non sono più amici

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Sesto confronto tra i due, il quarto dell’anno: nel 2025 Simone non ha ancora vinto. Venticinque anni fa insieme vinsero la Coppa Italia con la Lazio proprio a San Siro, ora i rapporti sono deteriorati

Francesco Pietrella

Giornalista

C’è stato un tempo in cui i due amici trattennero il respiro in un San Siro nerazzurro. Colpa di un uruguaiano dai tratti orientali che sgusciò via sulla sinistra e colpì il palo prima del gong, di fronte a un portiere di quasi quarant’anni coi capelli tinti di blu. Quei due erano Inzaghi e Conceicao, oggi avversari e non più tanti amici. Il venti dal mancino d’oro era Alvaro Recoba, il portierone era Marco Ballotta, anche lui con il capo colorato: la Lazio aveva appena vinto lo scudetto, alcuni giocatori s’erano presentati a Milano coi capelli biondo platino, biancazzurri o blu elettrico. Era il 18 maggio 2000, Inter-Lazio, la finale di ritorno di Coppa Italia vinta dai biancocelesti in virtù dei due schiaffi rifilati all’andata. La notte in cui il ginocchio di Ronaldo si sgretolò sotto la curva sud. La banda Eriksson arpionò il titolo con Inzaghi e Conceicao nell’undici iniziale. Erano amici, giocavano insieme, ora si ignorano. 

cinque lustri fa

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Venticinque anni dopo Simone e Sergio saranno di nuovo a San Siro, di nuovo l’uno contro l’altro e di nuovo in una sfida di ritorno di Coppa Italia, anche se stavolta c’è in palio la finale. Non sono più amici per colpa di una traversa all’ultimo secondo. Il pomo della discordia fu Mehdi Taremi, oggi punta dell’Inter, uno che due anni fa fece tremare i nerazzurri ai quarti di Champions con un’occasione d’oro negli ultimi minuti. Nerazzurri ai quarti, Conceicao eliminato e infuriato, nervoso, tanto da non stringere la mano all’amico a fine partita. Inzaghi si avvicinò piano piano, come fanno tutti gli allenatori dopo aver vinto o perso, ma Sergio – tipo sanguigno e fumantino -, tirò dritto senza neanche guardalo. Comprensibile: colpa di quei due legni da perdere il sonno. Da lì il loro rapporto si è incrinato. I due si sono rivisti a gennaio a Riad, il giorno della finale di Supercoppa in cui Sergio si è vendicato: 3-2 in rimonta e trofeo sfilato.

scaramucce

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La kryptonite di Inzaghi è nera. Conceiçao ha trovato la chiave per dargli fastidio. Si piazza a bordocampo col suo completo nero soffiandogli trofei e punti importanti. Quest’anno ha pareggiato due volte e vinto una. Simone rischia di chiudere l’anno senza derby vinti e una serie di polemiche. Sergio, dopo l’ultimo confronto finito 1-1, aveva punto così: “Parla di ciò di cui deve parlare. Forse pensava che avrebbe trovato una squadra inferiore dal punto di vista del gioco, invece ha trovato una squadra forte. È la sua opinione e la rispetto”. Simone aveva fatto leva sul fallo subito da Asllani in Supercoppa e sul rigore negato a Thuram nel derby di ritorno in campionato: “Ci sta che possa sfuggire all’arbitro, ma chi sta al Var non può non richiamarlo. È clamoroso. Ho visto trasmissioni sportive fare giurisprudenza sull’Inter, al quarto episodio di questo tipo inizio ad arrabbiarmi. Ormai capita sempre più spesso”. La coppa vinta insieme è un’immagine a colori conservata in archivio. 



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