Inter, il sogno del triplete: Inzaghi alla carica, testa e gambe da impresa

allgossip9@gmail.com
5 Min Read

La testa giusta, il turnover, l’esperienza. Dietro il “tre” del tecnico c’è anche sostanza

Davide Stoppini

Giornalista

Enzo Jannacci, tifosissimo del Milan, perdonerà da lassù se per una volta prendiamo in prestito con una piccola licenza poetica il suo “Ho visto un re”. Magari di questo azzardo sarebbe invece stato contento Dario Fo, che l’Inter ce l’aveva nel cuore e che quella canzone la scrisse. Ma a Rotterdam è parso davvero un po’ a tutti di vedere un…tre. “Ho visto un tre”, sì. L’ha visto Simone Inzaghi, che scherzando l’ha pure mostrato con le mani. L’hanno visto i giocatori, che in Champions giocano con la sicurezza delle grandi squadre. L’ha visto la società, pur con la prudenza doverosa legata al momento. L’hanno vista i tifosi, che alcune somiglianze con il Triplete 2010 cominciano a vederle. 

elite

—  

Per carità, siamo (ancora) inevitabilmente nell’ambito della suggestione. O del sogno, fate voi. Dicono che al massimo un sogno nella notte possa durare 30 minuti: ecco, qui siamo al minuto 5, non oltre. Ma mettiamola in un altro modo: oggi l’Inter non poteva essere in una condizione migliore di quella attuale. Certamente non nelle due coppe, ma con ogni probabilità neppure in campionato: sì, nella corsa con il Napoli (e l’Atalanta) sono stati lasciati alcuni punti per strada, ma trattasi di un inevitabile dazio pagato all’idea di inseguire tutto, senza mettere nulla in secondo piano, come invece accaduto lo scorso anno correndo verso la seconda stella. Il risultato si vedrà alla fine, ma intanto è giusto dare un’occhiata a chi è nelle stesse condizioni dell’Inter. Solo altre tre squadre, tra i campionati top d’Europa, possono puntare al Triplete come l’Inter: le due di Madrid, Real e Atletico che peraltro si affrontano in questi ottavi di finale, e il Barcellona. Già questo dato dà la dimensione del momento che sta vivendo l’Inter. 

ora le gambe

—  

Momento studiato, non occasionale. Momento che il mondo nerazzurro vive con convinzione, con orgoglio, ma pure con un pizzico di leggerezza: non fosse così, Inzaghi non avrebbe volutamente “giocato” sul tema a Rotterdam. Ma una cosa è lampante anche ai più distratti: la testa è sintonizzata sulle frequenze giuste. Ora è il momento di ritrovare le gambe, che sono affaticate. E lo sono perché la gestione di alcuni reparti non è stata possibile, per via degli infortuni. Inzaghi però da questo punto di vista non molla. L’utilizzo di Asllani e Zielinski in Olanda, lasciando a riposo Calhanoglu e Mkhitaryan, dà la dimensione esatta di quel che dovrà inevitabilmente essere anche nelle prossime settimane. Molte partite, anche quelle importanti di campionato, saranno giocate dalle seconde linee. L’obiettivo è duplice: risparmiare minuti a chi ne ha accumulati tanti e far crescere la fiducia di chi lavora dietro. No sorprese E i segnali sono giusti. La prova di Bastoni, sottolineata dallo stesso Inzaghi a fine partita a Rotterdam, è la risposta esemplare di un gruppo che ragiona da grande squadra. In questo tecnico e società hanno svolto un lavoro ottimo. L’Inter ha vinto da grande squadra, con l’esperienza di un gruppo che sa come approcciare a impegni di livello così alto. L’ha fatto con un allenatore che da due giorni è diventato il tecnico con più partite vinte di sempre in Champions, staccando Mancini (22 a 21). Come a dire: non è più il tempo delle sorprese. Non è più l’Inter di due stagioni fa, che partiva dietro nelle gerarchie e poi è arrivata fino a Istanbul. Questa sa dove vuole atterrare. Di fronte a quel tre di Inzaghi, i giocatori mica hanno sorriso troppo. Il Triplete è un sogno, ma da sogno a obiettivo non passa tanto (tempo).



Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *