Inter, il derby conferma: crollo nerazzurro ad aprile

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Aprile doveva essere il mese più importante di una stagione da sogno che oggi rischia di trasformarsi in un incubo: derby perso, addio Coppa Italia, addio Triplete. E in campionato…

Gregorio Spigno

Giornalista

Aprile avrebbe dovuto essere il mese della verità, dello sprint, dello scatto decisivo nella corsa a tutto. Invece, la fine di un mese deludente – Champions a parte – è ancora lontana e la stagione dell’Inter rischia di trasformarsi da un sogno ad un incubo. Perché il pesante ko nel derby non costa solo la finale di Coppa Italia e l’addio ad ogni pensiero relativo al Triplete, ma rischia di scombussolare pure il futuro dei nerazzurri. Certo, la squadra di Inzaghi resta prima in campionato nonostante l’aggancio del Napoli e in piena corsa anche in Champions League con la semifinale contro il Barcellona ancora da vivere, ma è altrettanto chiaro che oggi l’Inter avrebbe potuto trovarsi in una situazione parecchio più comoda perché in appena 4 giorni sono arrivate due sconfitte pesanti che renderanno più complicate le prossime settimane. Nell’aprile infuocato che attendeva Inzaghi, ovvero nel momento meno opportuno di tutto l’anno, la frenata è stata brusca: in 7 partite giocate sono arrivate 2 sconfitte (peraltro consecutive, mai accaduto in stagione), 3 pareggi e appena 2 vittorie. Una determinante, quella contro il Bayern all’Allianz Arena che ha proiettato i nerazzurri in semifinale di Champions, l’altra sì preziosa ma anche un po’ più scontata contro il Cagliari a San Siro in campionato. Poi il pari nell’andata della semifinale di Coppa contro il Milan, una vittoria buttata da 0-2 a 2-2 a Parma e un altra “X” – in questo caso utile – nel ritorno contro i bavaresi. L’obbligo, ora, per Inzaghi e squadra diventa quello di resettare subito una sconfitta che inevitabilmente lascia il segno e ripartire come se nulla fosse successo, con la consapevolezza che in una stagione così dispendiosa possono esistere momenti di difficoltà. Ma per il tecnico nerazzurro si sono accesi svariati campanelli d’allarme…

cinque punti

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Il primo problema è “doppio”, e riguarda la stanchezza. A sottolinearlo, inevitabilmente, è stato lo stesso Inzaghi dopo il 3-0 Milan nel derby di ieri: “Chiaramente sono preoccupato, è inutile negare che ci sia tanta stanchezza ma non può essere un alibi. Il problema riguarda più che altro una stanchezza mentale”. Quindi, due in uno. Il calendario è e resterà fittissimo (almeno per un po’ ancora) e l’Inter inizia a soffrirlo in modo evidente: contro il Diavolo la squadra non è riuscita a mantenere il solito ritmo, e quando cala il ritmo si perde un po’ tutto. Ma una soluzione c’è sempre: oggi l’allenatore nerazzurro ha concesso un giorno di riposo al gruppo proprio per ritrovare un  po’ di quello smalto che fin qui aveva permesso all’Inter di correre veloce su tutte le competizioni. Per quanto riguarda la componente psicologica, invece, il lavoro del tecnico dovrà trasformarsi in quello di uno psicologo: la delusione per l’eliminazione dalla Coppa Italia ha sì il suo peso, ma non cancella la grande stagione vissuta fin qui dalla squadra e va trasformata in benzina per un futuro che resta tutto da scrivere.  

difesa, ko e flop

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Il terzo grattacapo di Inzaghi riguarda la difesa. Perché se lo scorso anno il reparto arretrato era stato la vera forza dell’Inter nella rincorsa alla seconda stella, quest’anno è tutto diverso. I gol concessi nel 23-24 erano stati appena 22 in tutto il campionato, oggi la quota è salita già di 10 centri con 5 giornate ancora da giocare. E allargando il discorso a tutte le competizioni, la differenza si fa ancora più ampia: 31 gol concessi in tutto l’anno scorso, 44 già adesso senza contare che mancano (almeno) altre 7 gare tra Serie A e Champions League. In poche parole, si è sgretolato il muro che Inzaghi era riuscito a costruire qualche mese fa. Poi c’è il tema infortuni. Nel derby (e a Bologna) si sono maledettamente sentite le assenze di Thuram e Dumfries, come in passato erano mancati a ruota Acerbi, Dimarco, Calhanoglu, Barella – ad inizio stagione – e compagnia. Il calendario pieno ingolfa le gambe dei calciatori nerazzurri, ma il tema infortuni si lega con un doppio nodo ad un altro problema altrettanto pesante, ovvero quello delle seconde linee. È ormai evidente che la panchina dell’Inter non sia all’altezza dei titolarissimi: ieri l’hanno dimostrato per l’ennesima volta Asllani e Taremi, prima lo avevano fatto Frattesi e Correa (a Bologna disastroso tanto quanto l’iraniano nel derby). Senza i suoi uomini chiave, l’Inter fatica maledettamente. Ma c’è tempo e modo per mettersi alle spalle un derby da incubo, per tornare a credere nel sogno di una stagione che sì non porterà il Triplete, ma potrebbe ancora regalare una doppietta che entrerebbe dritta dritta nella storia. 



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