Inter, i quarti a un passo ma cresce il rimpianto per le italiane già fuori

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Il cammino di Inzaghi in Champions spaventa le avversarie: 6 vittorie, un pari, un ko e solo un gol subito

Andrea Di Caro

Vicedirettore

L’Inter sbriga la pratica del Feyenoord in assoluta scioltezza. Un 2-0 fuori casa senza appelli e un rigore fallito da Zielinski che avrebbe reso ancora più rotondo un risultato mai stato in discussione. Gli olandesi avevano parecchie defezioni ma al di là di quelle, la differenza tra le due squadre è stata evidente nella capacità di stare in campo, nello sviluppo del gioco, nel colpire l’avversario, nel controllare la gara. E così Inzaghi può essere giustamente soddisfatto e accarezzare l’obiettivo dei quarti di finale virtualmente raggiunti a meno di un improbabile suicidio sportivo nel ritorno a San Siro. Il cammino dell’Inter in Coppa in nove partite finora disputate recita: sette vittorie, un pareggio, una sconfitta. Tredici gol fatti e solo uno subito: miglior difesa d’Europa. È soprattutto quel solo gol incassato nella sconfitta esterna contro il Leverkusen a spaventare qualsiasi avversaria, anche quelle con rose ricche di campioni. L’Inter di Coppa è solida, forte, esperta, sicura dei suoi mezzi. E se la difesa è un bunker l’attacco conta su una delle migliori coppie d’Europa: Lautaro e Thuram ieri entrambi a segno per la prima volta in Champions. Il francese è al quindicesimo gol stagionale, l’argentino ha scavalcato Mazzola come miglior marcatore (18 reti) nella coppa più prestigiosa.

OBIETTIVI

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La stagione nerazzurra, considerate le varie competizioni, ha regalato molte certezze ma anche qualche pericolosa battuta a vuoto. L’Inter non è stata sempre dominante, a volte ha dato l’idea (non in Champions…) di essere fin troppo sicura di sè, quasi di avere la pancia piena e aver perso l’aggressività e la cattiveria agonistica che l’avevano resa un rullo compressore in campionato lo scorso anno. La convinzione di essere potenzialmente ingiocabile (copyright Mkhitaryan) ha tolto in qualche gara quella fame necessaria che deve avere chi vuole vincere sempre. Ma va anche ricordato che l’obiettivo della società quest’anno è quello di arrivare in fondo in tutte le competizioni e – tolta la delusione in Supercoppa contro il Milan – l’Inter è l’unica ad essere ancora in corsa per lo scudetto, la Champions e la Coppa Italia. Normale anche dosare un po’ le forze per arrivare a Primavera con ancora il serbatoio della benzina pieno. Le partite sono tante, il rischio infortuni sempre dietro l’angolo e per quanto la rosa presenti tanti petali, qualcuno è meno sostituibile di qualcun altro. Non c’è finora un dominio nerazzurro, ma l’Inter ha le chance di poter vincere ogni competizione in cui è impegnata. Al triplete ha aperto lo stesso Inzaghi nel post partita, ma forse è ancora troppo presto per ipotizzare il fantastico bis rispetto all’Inter di Mourinho. Il mondo nerazzurro pare diviso tra chi crede nel bottino pieno e chi invece teme brutte sorprese, guardandosi in campionato anche dalla Juve che pure è distante sei punti, ma ne ha recuperati otto nelle ultime cinque gare. Intanto Inzaghi è praticamente tra le prime otto d’Europa e il primo obiettivo minimo in Champions è quasi raggiunto.

MILAN

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L’andata degli ottavi invece fa crescere enormemente i rimpianti delle altre italiane già uscite. A partire dal Milan, eliminato proprio dal Feyenoord che ha mostrato ieri tutti i suoi i limiti. I rossoneri avevano una rosa ampiamente superiore agli olandesi, ma è anche vero che stanno vivendo una stagione talmente disgraziata da farli uscire anche dalla zona Europa in campionato. Come dire: da questo Milan ci si poteva aspettare di tutto…

JUVENTUS E ATALANTA

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Mentre le eliminazioni di Juve e Atalanta contro Psv e Bruges dopo le gare di martedì fanno ancora più rumore perché gli olandesi sono stati affondati con sette gol in casa dall’Arsenal e la squadra belga ne ha subiti tre, sempre in casa, dall’Aston Villa. Dieci gol complessivi che fanno crescere i rimpianti e ripropongono la domanda: come sia stato possibile uscire meritatamente in un doppio confronto, con avversari così? Parliamo della terza e quarta forza del nostro campionato, di squadre che possono lottare per lo scudetto e che hanno subito il gioco e l’intensita di avversarie prese a pallonate dai cub inglesi. Significa che la nostra serie A, quest’anno più equilibrata e quindi più avvincente rispetto al passato, è però di un livello molto più basso rispetto ai campionati europei? Il dubbio è lecito, ma anche se fosse così, Milan, Juve e Atalanta avevano tutte le carte in regola per andare avanti. Lo dimostra il percorso in questa andata di ottavi di Feyenoord, Psv e Bruges, tutte già praticamente fuori.



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