Inter-Fiorentina, Inzaghi contro Palladino: alle origini del nervosismo

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Ieri il tecnico nerazzurro ha bisticciato con l’allenatore della Fiorentina dopo il vantaggio dei suoi e a fine partita ha esultato rivolgendosi in modo plateale verso la panchina ospite

Gregorio Spigno

Giornalista

L’esultanza di Simone Inzaghi al termine di Inter-Fiorentina di ieri dice molto sullo stato piscologico del tecnico nerazzurro e dell’Inter tutta: rabbia, voglia di rivincita e di spazzare via critiche ritenute eccessive piovute a seguito della brutta trasferta del Franchi di giovedì scorso. I fatti: al triplice fischio del posticipo, Simone si volta subito verso la panchina della Fiorentina. Urla, agita le braccia con forza, cerca Palladino con lo sguardo, provoca. 

inzaghi vs palladino

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Una versione quasi mai vista dell’allenatore, che nel corso di tutta la partita ha palesato un nervosismo altissimo, quasi ingestibile, tanto da lasciarsi coinvolgere pure in un vistoso battibecco con il tecnico viola dopo il discusso vantaggio Inter e incassare il 7° cartellino giallo del suo campionato, che corrisponde al 9° della sua stagione (2 li ha presi in Champions League). L’Inter adesso è lì, in corsa ovunque: in Serie A ha accorciato sul Napoli tallonando Conte a -1, in Champions ha raggiunto gli ottavi diretti dopo un cammino europeo quasi perfetto, in Coppa Italia deve giocare i quarti di finale in casa contro la Lazio. Tutto è aperto. Quindi, quali sono i motivi dell’eccessivo nervosismo di ieri e perché tra Inzaghi e Palladino non scorre buon sangue?

il precedente

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Dopo il 3-0 netto del Franchi, in cui si è vista la peggior Inter dell’anno, in casa nerazzurra un po’ di nervosismo ha iniziato a montare. In questo senso è stato bravo Inzaghi: ha evitato di imporre il ritiro e lasciato i calciatori con le proprie famiglie, perché “intanto c’ero io come garante” ha detto il tecnico dopo la seconda sfida ai viola. Ma durante la partita le sensazioni negative non si sono fermate: l’Inter sblocca (su un calcio d’angolo inesistente), la Fiorentina si lamenta per la decisione arbitrale e il primo segnale è il litigio tra Inzaghi e Palladino a ridosso delle aree tecniche. I due bisticciano animatamente, poco dopo La Penna ammonisce entrambi. Ma non finisce lì, perché poi le provocazioni tornano sia a fine primo tempo – dopo il rigore di Mandragora – sia a fine gara. Inzaghi sentiva in modo particolare la sfida, per “vendicare” la disastrosa prova del Franchi e… non solo. Nella stagione 2022-23, infatti, l’Inter di Simone non era riuscita a superare il Monza all’epoca guidato da Palladino né all’andata né al ritorno. L’allenatore napoletano era diventato così una sorta di bestia nera per Inzaghi. La prima sfida si era disputata a gennaio: l’Inter sblocca con un inserimento di Darmian nei primi 10′, ma il vantaggio nerazzurro dura pochi secondi perché all’11’ pareggia Ciurria. Lautaro reindirizza la sfida sui binari giusti al 22′ e da lì in poi l’agonismo sale: tanti duelli, tanti scontri, tanti fischi. Fino all’episodio definitivo a tempo praticamente scaduto. Ciurria scodella dentro al 93′, Caldirola devia di testa colpendo Dumfries, autogol e 2-2 finale. Che delusione, per l’Inter e per Inzaghi.

al ritorno

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Circa quattro mesi dopo, l’Inter ha l’occasione della rivincita a San Siro. Ma non è semplice: i nerazzurri arrivano alla sfida al Monza addirittura da 3 sconfitte consecutive e un pari, rispettivamente contro Spezia, Juventus, Fiorentina e Salernitana. All’epoca, la posizione di Inzaghi sulla panchina dell’Inter era tutt’altro che solida. Ecco spiegato perché la gara contro i brianzoli abbia un peso specifico ben più importante rispetto a soli 3 punti. Il risultato, però, è addirittura peggiore rispetto a quello dell’andata: Lukaku e compagni creano, l’ex nerazzurro Di Gregorio chiude la porta. E a pochi minuti dalla fine ecco la zuccata ancora di Caldirola, ancora dell’ex. Vince il Monza, perde l’Inter, esulta Palladino e recrimina Inzaghi. L’ultimo capitolo della saga Inzaghi-Palladino è andato in scena ieri. Simone si è preso una pagina della storia e la soddisfazione della rivincita. Ma chissà quante altre volte i due allenatori si ritroveranno ancora faccia a faccia. 



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