Nerazzurri in vantaggio grazie all’autorete di Pongracic figlia di un calcio d’angolo che non c’era. Poi il pari di Mandragora su un rigore discusso. Decide il gol di Arnautovic nella ripresa
Il “come” importava poco. Troppo ghiotta l’occasione di accorciare sul Napoli portandosi a -1 da Conte, troppo importante riscattare il pesante ko di Firenze e riconquistare la vittoria. Sì, all’Inter sono bastati quattro giorni per tornare più vicina alla miglior versione di se stessa, ma soprattutto per allontanarsi da quella peggiore. Certo, la scelta arbitrale che porta al vantaggio nerazzurro farà discutere e si può già classificare come errore grave in un weekend da incubo per La Penna e soci – l’1-0 nasce da un calcio d’angolo che in realtà era un evidente rinvio dal fondo, non fischiato il rigore viola poi decretato dal Var -, ma l’Inter ha risposto sul campo. La decide un “underdog”, Arnautovic, subentrato a Thuram nel primo tempo per un problema alla caviglia del francese. E il boato di San Siro dice molto sul peso specifico di una vittoria che butta benzina sul fuoco della lotta scudetto.
errori e nervi
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In avvio l’Inter sembra aver già dimenticato il 3-0 viola di giovedì scorso: nonostante le assenze fra i titolari di De Vrij, Bisseck, Dumfries e Dimarco, i nerazzurri assaltano subito una Fiorentina che interpreta la trasferta di San Siro sulla falsariga della sfida del Franchi a livello tattico. Palladino opta per una linea difensiva a 5 in fase di non possesso, Inzaghi ritrova il proprio gioco e l’Inter sfiora ripetutamente il vantaggio in pochi minuti: prima Lautaro calcia fuori di poco, poi Barella sfiora l’eurogol in rovesciata. E scatta l’ora dei legni: palo di Carlos Augusto, traversa di Lautaro. Lato Inter monta il nervosismo anche a causa del ko di Thuram, uscito poco prima della mezz’ora a causa di una contusione alla caviglia sinistra. Prima, però, l’episodio che farà discutere: l’ultima giocata della partita di Tikus è un’imbucata nello spazio per Bastoni che si lancia in scivolata e si guadagna l’angolo. Il pallone in realtà era uscito integralmente e avrebbe dovuto essere fischiato rinvio dal fondo per De Gea. Fatalità, sul corner sblocca l’Inter: palla dentro di Calhanoglu, Lautaro anticipa Pongracic e il pallone sbatte sulla faccia del centrale viola che manda nella sua porta. È un vantaggio che non calma le acque nerazzurre, perché prima bisticciano Pavard e Inzaghi, poi Mkhitaryan si becca un giallo evitabile. E la Fiorentina conquista il rigore del pari alla prima azione offensiva: Gosens schiaccia di testa, Darmian ha il braccio largo e il Var corregge l’ennesima decisione sbagliata di La Penna. Dal dischetto c’è Mandragora e non Kean che calcia bene e fa 1-1.
ripresa e cambi
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In campo e sulle panchine succede di tutto, la costante è il nervosismo che aleggia da una parte e dall’altra. Tra i più agitati c’è Inzaghi, che a inizio secondo tempo sostituisce Calhanoglu per evitare rischi in ottica Juve (ammonito) e manda dentro Zielinski. Scelta azzeccata, perché come Arnautovic – lui dentro per Thuram – il polacco entra bene e si vede. Al 52’ arriva il nuovo vantaggio nerazzurro: Carlos Augusto manda in area piccola un pallone parecchio morbido, De Gea non esce, Arnautovic di testa appoggia in porta il 2-1. La Fiorentina finisce dritta nella morsa dell’Inter che sfiora il tris con Lautaro. Palladino ci prova inserendo prima i nuovi Folorunsho, Fagioli e Zaniolo, poi tocca anche a Gudmundsson. Ma la Viola non riesce a creare pericoli. L’Inter tampona, soffre e alla fine raccoglie tutto quello che contava: 3 punti. Il mirino si sposta sulla Juve, ma intanto Conte è avvisato.
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