Gli italiani fondamentali per Chivu: restano l’anima della squadra, anche se non “girano”
Qualsiasi crisi esige sempre dei “pontieri”: l’eterna legge guida la politica italiana, ma su questo terreno, negli ultimi tempi frizzanti, gli Stati Uniti sono andati ben oltre. Poi qui a Charlotte, città di accesi scontri e resistenza strenua nella Guerra di indipendenza americana, si è scritto un piccolo pezzo di storia dell’Inter: la città del North Carolina sarà ricordata come quella della disfatta nel primo Mondiale per club, degli stracci di spogliatoio volati in pubblico e pure della riunione immediata per iniziare a ricomporre ogni frattura. Proprio in questo aspetto, ha avuto un ruolo diretto la truppa italiana: sono i “pontieri” al lavoro per avvicinare le anime dell’emiciclo, anche per dare seguito al loro impegno in campo, mai mancato pure al Mondiale, anche quando le idee si appannavano nel caldo asfittico e le gambe non giravano più. Il vicecapitano Nicolò Barella, gli altri nazionali azzurri, Alessandro Bastoni e Federico Dimarco, senza dimenticare i più esperti Francesco Acerbi e Matteo Darmian, quest’ultimo preziosissimo non solo nel ruolo di tuttofare in campo, ma anche esempio di educazione e buon senso fuori: tutti insieme hanno partecipato in prima linea al faccia a faccia voluto da Chivu. Hanno ascoltato ed espresso il proprio punto di vista per il bene dell’Inter e con l’intento di aggiustare la rotta di navigazione prima che fosse troppo tardi. Non c’era fazione o partito per il quale schierarsi, nessuna X su una scheda elettorale, ma esigenze primarie di spogliatoio di riaffermare, equilibri su cui mediare.
Punti di partenza
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Ponti, appunto. Sempre ricordando il punto di partenza, che è la passione di milioni di tifosi con cuore pulsante a San Siro, Milano: è normale che i giocatori italiani, rispetto agli stranieri, sentano maggiormente la pressione di questa antica storia. Anche per questo tutti loro hanno giocato un ruolo nell’iniziare la ripartenza senza più isterismi: Chivu ha apprezzato la loro schiettezza e questo pezzo azzurro di Inter ha apprezzato le parole nette pronunciate dal tecnico. In fondo, l’esperienza dell’ex campione, che conosce sulla propria pelle le dinamiche più esplosive e delicate all’interno di uno spogliatoio, ha fatto centro nel gruppo nel suo complesso. Loro, gli italiani, potranno pure sbagliare prestazione o essere travolti dalla stanchezza, ma sull’impegno di partenza nessuno discuterà mai nel club. Non tireranno indietro la gamba, questo lo sa la per primo il nuovo allenatore: vale per Bastoni, goleador al River, o per Barella, migliore nerazzurro contro il Fluminense, ma anche per Dimarco, in apnea per tutto il torneo o Darmian, meno efficace di altre volte. Si riparte da tutti loro per superare la burrasca e medicare ogni crisi, come da buona tradizione politica.