Inter e il 31 maggio maledetto: due finali perse con un Kovacs protagonista

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Due finali, due sconfitte, un cognome rumeno ricorrente: Kovacs. Il 31 maggio è ormai una data amara per l’Inter. Nel 1972 era l’allenatore dell’Ajax, nel 2025 l’arbitro dell’ultimo atto perso malamente contro il PSG.

Davide Capano
Davide Capano Redattore 

Nel grande libro della storia del calcio, alcune date restano scolpite per la gloria. Altre, invece, diventano sinonimo di rimpianti. Per l’Inter, il 31 maggio è senza dubbio una di queste.

1972: l’Inter cade contro l’Ajax di Cruijff e di Kovacs

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Il 31 maggio 1972, allo stadio De Kuip di Rotterdam, l’Inter affrontava l’Ajax nella finale di Coppa dei Campioni. Di fronte a sé, una delle squadre più rivoluzionarie della storia del pallone, il leggendario Ajax del calcio totale. In panchina, un tecnico che avrebbe fatto scuola: Stefan Kovacs, rumeno, raffinato teorico del gioco offensivo, successore di Rinus Michels.

Quel giorno, l’Ajax dominò e vinse 2-0 grazie a una doppietta di Johan Cruijff. L’Inter, ancora legata a un gioco più difensivo e ormai in declino rispetto al ciclo vincente degli anni ’60, non riuscì mai a impensierire realmente gli olandesi. Kovacs fu acclamato come il regista tattico di una rivoluzione: la sua firma era chiara, elegante e letale per i nerazzurri.

2025: l’Inter ritrova la finale, ma anche il cognome Kovacs e la sconfitta

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Esattamente cinquantatré anni dopo, il 31 maggio 2025, l’Inter torna a disputare la finale di Champions League. Stavolta l’avversario è il Paris Saint-Germain di Luis Enrique, una squadra ricca di talento, qualità e ambizione. I nerazzurri, guidati da Simone Inzaghi, arrivano all’atto conclusivo con un percorso entusiasmante, ma trovano sulla loro strada un destino amarissimo. La partita si chiude con un’altra sconfitta per l’Inter.

Ma il dettaglio più incredibile non è solo il risultato roboante (5-0), bensì l’arbitro: di cognome fa Kovacs (nome Istvan), proprio come l’allenatore che sconfisse la Beneamata nel 1972. E proprio come lui, è rumeno.

Per alcuni, è stato il simbolo di una ulteriore beffa del destino che si ripete con inquietante precisione.

Coincidenze, karma o una strana ironia del calcio?

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Nel calcio, le coincidenze spesso diventano leggende. Due finali giocate nello stesso giorno, perse dalla stessa squadra, con lo stesso cognome a fare da spettro sul destino nerazzurro: Kovacs. In un caso allenatore, nell’altro arbitro.

In entrambi, protagonista di una pagina nera per l’Inter. Difficile credere al karma, ma certo è che il 31 maggio non porta fortuna al popolo interista. E il cognome Kovacs, da oggi, suona come una maledizione pronunciata in rumeno.

Il destino ha scelto la sua data, e il suo cognome

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Che sia ironia, fatalità o semplicemente la crudeltà del caso, la storia dell’Inter è ormai segnata da questa incredibile coincidenza. Una data, 31 maggio, e un cognome, Kovacs, accomunano due cadute dolorose nella storia europea dei nerazzurri.

E i tifosi, oggi più che mai, avranno un motivo in più per guardare il calendario con diffidenza quando si avvicina la fine di maggio.

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