Inter-Atalanta, Denis racconta: “Se vince la Dea scendo in piazza”

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La punta argentina ha ricordato il precedente del 2013, quando siglò tre reti ai nerazzurri completando una storica rimonta

Oscar Maresca

Sette gol, quattro espulsioni, la rissa furibonda nel finale e una rimonta incredibile che a Bergamo non hanno mai dimenticato. È il 7 aprile 2013, l’Inter di Stramaccioni ospita l’Atalanta di Colantuono a San Siro. I nerazzurri puntano l’Europa League, la Dea cerca punti importanti per la salvezza. La sblocca Rocchi, Bonaventura pareggia, nella ripresa Ricky Alvarez con una doppietta fa 3-1. Sembra finita, poi si scatena German Denis: “Con la mia tripletta ribaltammo il risultato. Finì 4-3 per noi, è stata una delle partite più belle che abbia mai giocato. Avevamo un grande gruppo, ma loro erano più forti. Fu una rimonta epica”. Dodici anni dopo, l’attaccante argentino ricorda quei 90’ con il sorriso: “Nello spogliatoio partì la festa. Tornammo in piena notte a Zingonia, c’erano centinaia di tifosi ad aspettarci. Avevamo fatto un’impresa”. Oggi la sfida tra Atalanta e Inter vale un pezzo di scudetto: “Domenica sarò allo stadio. Mi aspetto una partita bellissima”.

Diciamolo subito: chi vince? 

“L’Inter è prima in classifica, la squadra di Inzaghi è abituata a giocare sfide così importanti. Ma avrà più pressione rispetto all’Atalanta. Il gruppo di Gasperini deve sfruttare la scia di positività dopo il 4-0 rifilato alla Juventus. Penso che questo sia il momento giusto per provare a vincere”. 

Con un successo dell’Atalanta, la lotta allo scudetto sarebbe apertissima. 

“Le squadre allenate da Gasperini hanno sempre fatto bene nella seconda parte di stagione. Attenzione anche al Napoli, il gruppo di Conte sta giocando un buon calcio e fino alla fine sarà lotta a tre per il titolo”. 

Nel 2013 la sua Atalanta combatteva per la salvezza, oggi il sogno è conquistare un trionfo storico. 

“È stata una rivoluzione. Merito di dirigenza, allenatore e squadra. Gasperini ha fatto un lavoro straordinario. Sono sincero, nella mia carriera rimpiango di non aver mai lavorato con lui. Andare via nel 2016 quando era appena arrivato a Bergamo è stata una scelta sbagliata”. 

“Sì, quando ci siamo incontrati qualche tempo fa a Zingonia”. 

E il mister cosa le ha risposto? 

“Che se mi avesse allenato avrei segnato molti più gol (ride, ndr)”. 

Adesso a guidare l’attacco della Dea c’è bomber Retegui.

“Lo avevo visto giocare ai tempi del Tigre in Argentina. Pensavo fosse forte, ma non mi aspettavo che riuscisse ad arrivare a questi livelli. In Europa è tra gli attaccanti più forti in circolazione. Sono sicuro che anche in Nazionale farà la differenza”.

Più forte Retegui o Denis? 

“Purtroppo non ho mai realizzato così tante reti in Serie A. Lui è già a quota 22, io mi sono fermato a 16 nel 2012. Devo dire che ci assomigliamo tanto nello stile di gioco. Lui è forte fisicamente e di testa, lotta su ogni pallone, come facevo io. Merita tutto quello che ha raggiunto”. 

Lui però non ha ancora segnato una tripletta all’Inter. 

“Ho tanti bei ricordi di quella partita a San Siro nel 2013. Sapevamo che loro erano molto più forti ed eravamo preparati a dover reagire a una situazione di svantaggio. Nel secondo tempo siamo riusciti a ribaltare il risultato. È stata una partita pazzesca”. 

Sul 3-1 per i nerazzurri, la rimonta comincia con un rigore realizzato da lei al 65’. 

“Ci furono tante proteste, non si capiva se Gervasoni avesse fischiato il fallo di Ranocchia in area o il tocco di mano dopo il mio colpo di testa. Con il Var sarebbe stato diverso. Ma sono sicuro, Samuel aveva toccato il pallone con il braccio”. 

Lei arriva sul dischetto e supera Handanovic. 

“Dopo quella rete qualcosa è cambiato, sul 3-2 abbiamo creduto di potercela fare. Dopo sei minuti segno ancora. Ricordo di aver mostrato una maglia con dedica per la popolazione di La Plata colpita da una tragica alluvione”. 

Si va sul 3-3, poi al 77’… 

“Bonaventura da destra ubriaca Alvaro Pereira con un paio di finte, manda il pallone in mezzo, io anticipo ancora Samuel e faccio 4-3 per noi. Corro ad abbracciare Jack e festeggiamo sotto il settore dei nostri tifosi”.

nella foto gol german denis (Francesco Moro, bergamo - 2015-04-12) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate FINAZZI STELLA

Nel finale Ranocchia si divora il 4-4 a porta vuota e voi restate in dieci per il rosso a Raimondi. 

“Aveva messo una mano in faccia a Schelotto, ex della partita. Loro erano tesi, avevano subito la rimonta. Nel finale ci fu pure una rissa tra Schelotto e Cigarini. Anche Carmona colpì qualcuno della panchina dell’Inter. Tutti espulsi dall’arbitro. Per fortuna dopo qualche minuto era tutto risolto”. 

Poi negli spogliatoi è cominciata la festa. 

“Eravamo felicissimi, ma la prima persona che ho abbracciato dopo il fischio finale è stata mia madre Alicia. Era allo stadio, piangeva per l’emozione. Dedicai a lei quella tripletta”. 

Anche il rientro a Bergamo è stato indimenticabile. 

“C’erano tantissimi tifosi ad aspettarci a Zingonia. Con quella vittoria ci avvicinammo alla salvezza aritmetica. E pensare che dodici anni dopo, Atalanta-Inter può valere lo scudetto”. 

Quella sì che sarebbe una festa. 

“Bergamo è casa. Con la mia famiglia siamo rimasti a vivere in città. È parte del mio cuore. Se dovesse succedere sarò il primo a scendere in piazza”. 

Ha smesso di giocare a 41 anni con il Real Calepina in Serie D. Ora cosa vuole fare? 

“Ho seguito il corso da direttore sportivo, a giugno sosterrò l’esame finale. Il calcio è la mia vita e sono pronto a ripartire”. 

Magari nella sua Atalanta. 

“Mi piacerebbe tantissimo. Non si sa mai, bisogna sempre puntare in alto”.



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