Inghilterra, i convocati di Tuchel e il progetto con Kane, Walker e Henderson

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Contro Albania e Lettonia le prime gare di qualificazione al Mondiale 2026. Il ct si presenta: “Esperienza e gioventù per costruire un vero gruppo”




Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

La nuova Inghilterra nasce col sorriso di Thomas Tuchel nella sala conferenze stampa di Wembley. E la consapevolezza che il suo lavoro sarà stato buono solo se tra 16 mesi riuscirà a fare quello che al suo predecessore non è riuscito: vincere un grande torneo, il Mondiale americano nel caso del primo c.t. straniero dei Tre Leoni da Fabio Capello. Tuchel ha avuto l’endorsement del Principe William, l’erede al trono formalmente capo della FA, e con la sua prima selezione per i match di qualificazione contro Albania (venerdì) e Lettonia (lunedì) ha cominciato a plasmare la sua Inghilterra. Che nelle sue idee deve mettere insieme gioventù ed esperienza, deve diventare una squadra che gioca come in Premier League, in modo “fisico e diretto”, deve rappresentare dei valori e un modo di fare le cose di cui i tifosi vanno fieri. Deve, soprattutto, cominciare a vincere. 

le scelte

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Il primo gruppo di Tuchel riflette proprio questo. Parte tutto da Harry Kane, confermato capitano (“Oltre a lui però non sono pronto a svelare chi saranno i nostri leader”) e Jude Bellingham. Ma continua anche col ritorno di Jordan Henderson, uno dei grandi esclusi dall’Europeo (“Quando ho visto la sua reazione genuina alla notizia che volevo chiamarlo ho immediatamente capito di aver fatto la scelta giusta”), la conferma del milanista Kyle Walker, veterano di 93 presenze e unico convocato tra gli inglesi di Serie A, il ritorno di Marcus Rashford e le novità del 32enne difensore Dan Burn del Newcastle e del 18enne Myles Lewis-Skelly, diventato titolare sulla fascia sinistra dell’Arsenal. Esperienza e gioventù, valori da portare avanti ma anche un gruppo da costruire. “Henderson è un vincitore seriale – ha raccontato Tuchel -, il capitano dell’Ajax, ha giocato tante partite e porta leadership, carattere ed energia, assicurandosi che nel gruppo tutti rispettino i valori. Incarna tutti i valori di quello che vogliamo costruire, con l’idea di dare ai tifosi una squadra di cui possano andare orgogliosi, che sia bella da vedere”. 

IL PERCORSO

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Tuchel ha parlato con oltre 50 giocatori prima di arrivare a questa lista di 26, la sua prima di un percorso lungo in cui saranno importanti i risultati, ovviamente, ma anche la sua capacità di capire il lavoro di commissario tecnico (è la sua prima volta in carriera) e di costruire un gruppo con valori chiari, non solo durante i raduni ma in tutte queste due stagioni. “Dovremo capire come farlo perché sarà fondamentale – spiega -. Se ci concentriamo solo sui 6 camp, sui 60 giorni, non sarà abbastanza. Cominciamo con questo primo raduno, poi sarà mio lavoro e mia responsabilità rimanere in contatto coi giocatori: l’ho fatto prima di arrivare a questa selezione e sarà più facile dopo esserci incontrati di persona e aver fatto questa prima esperienza insieme”. Tuchel dice chiaro di non aver scelto la squadra per il Mondiale con questa prima lista di 26, ma anche che chi è stato selezionato ha un vantaggio perché parte dall’inizio. Anche se questi sono solo i primi passi, i primi mattoncini del suo percorso che si snoderà attraverso le partite di qualificazione fino ad arrivare alla prossima estate. 

L’OBIETTIVO

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E qui comincia il difficile, perché come dice Tuchel non puoi pianificare per vincere il Mondiale ma devi assicurarti di fare tutto quello che serve per vincere. La scelta di veterani come Henderson e Walker fa capire che il nuovo ct riparte dai valori di quello vecchio, dall’enorme lavoro che Gareth Southgate aveva fatto per restituire dignità e importanza ad una nazionale che l’aveva persa, arrivando a giocarsi le finali degli ultimi due Europei senza però mai riuscire a portare l’Inghilterra al traguardo. “Non ci manca tanto per vincere – dice Tuchel -. Chiaramente manca qualcosa, ma se vogliamo essere preparati per fare quell’ultimo passo dobbiamo cominciare da subito, da questo primo camp. Non dobbiamo inventare il calcio: dobbiamo aumentare ritmo e intensità rispetto alle ultime partite, dobbiamo combinare le tante idee che i giocatori hanno nel loro club e trasformali in un pensiero unico, costruendo una struttura e un’identità che tutti capiscano in fretta e in cui tutti si sentano liberi di esprimersi al loro massimo livello”. Questa missione va oltre la scelta del modulo, se giocare con la difesa a 3 o a 4, ed è quello che farà effettivamente la differenza nel Mondiale americano. Dove conteranno talento e fortuna, dove Tuchel dovrà dimostrare di essere l’uomo giusto per quel lavoro che all’Inghilterra non riesce dal 1966: portare a casa un trofeo. I Tre Leoni non ci riescono da quasi 60 anni, il nuovo ct dovrà capirlo in 16 mesi.



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