Inchiesta scommesse, Gatti e Pinsoglio: c’è chi sa fermarsi

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I due giocatori della Juve sono gli unici citati perché “considerati non un buon acquisto” a causa delle somme esigue giocate. Appaiono, almeno negli atti del decreto, i soli in controtendenza. Perin invece…

Luca Bianchin

Giornalista

“Gioca responsabilmente”, si dice sui portali di scommesse e nelle pubblicità di settore. Beh, mica tanto. L’inchiesta milanese sulle giocate su siti illegali mostra calciatori che puntano decine di migliaia di euro a settimana, buttano soldi e fingono di comprare orologi per pagare i debiti. Uno scenario preoccupante, che apre a una domanda logica: quanti calciatori di A giocano abitualmente a poker o su eventi extra-calcistici?

gatti e pinsoglio

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I calciatori che non giocano o giocano responsabilmente sono molti, la larga maggioranza, ma nell’inchiesta ovviamente non compaiono. Il mondo dell’inchiesta, fatto di puntate, scambi in denaro e calciatori che giocano online (12 tesserati o ex tesserati di club di Serie A sono indagati), propone due eccezioni: Federico Gatti e Carlo Pinsoglio, difensore e terzo portiere della Juventus. Gatti e Pinsoglio, almeno entro i confini delle carte conosciute, giocano poco. Dalle pagine del decreto di sequestro preventivo: “Un’ulteriore evidenza in ordine alla propensione nel ricercare nuovi clienti la si evince dalla chat del 23-10-2022, in cui emerge che Fagioli aveva “portato” Bellanova, oltre a Pinsoglio e Gatti, questi ultimi due tuttavia considerati non un buon “acquisto” a fronte delle somme esigue di denaro oggetto delle scommesse”.

i 40mila euro e perin

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Gatti e Pinsoglio, insomma, hanno scommesso poco e per questo non erano considerati buoni clienti. Gatti, piuttosto, compare nelle carte come amico-finanziatore di Fagioli: è uno dei calciatori che hanno effettuato per lui bonifici alla gioielleria Elysium. Un bonifico non trascurabile: 40mila euro. Mattia Perin, altro giocatore della Juve, invece nelle carte risulta aver fornito ad altri calciatori un nuovo sito per giocare, addirittura “provvedendo ad assegnare ai partecipanti le credenziali e comunicando le informazioni relative alle modalità di gioco e i conti ricevuti da una terza persona (allo stato non identificata, verosimilmente il gestore del nuovo sito illegale)”.



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