Il Milan e la Champions: per il 4° posto ora serve una media punti di 2,23

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Quella attuale è 1,64, l’incremento richiesto è quindi di 0,59 punti a partita per poter chiudere a quota 70 (ammesso che basti): Conceiçao è chiamato all’impresa

Marco Pasotto

Giornalista

Potrebbe essere peggio, potrebbe piovere… La scena cult di Frankestein Junior può essere serenamente riproposta in chiave moderna a Milanello, perché la legge di Murphy a volte è implacabile. Dopo la serata tragica di Torino, il Diavolo urla di dolore: mettere il sale sulle ferite aperte fa questo effetto. E, settimana dopo settimana, appare sempre più difficile il tentativo di aggrapparsi a qualcosa per sperare che a fine maggio la stagione abbia avuto un senso. Gli errori dei singoli ormai vanno al di là del bene e del male, i Fab Four non funzionano, i primi attori sono diventati comparse di quart’ordine, l’allenatore ringhia senza ottenere grande ascolto e, comunque, il gioco non sgorga proporzionalmente alla qualità media della squadra. Ecco, questo è il contesto all’interno del quale il Milan è costretto a muoversi per provare a raggiungere il quarto posto. Sì, il cielo di Milanello scarica pioggia e fulmini perché la classifica non si muove come dovrebbe – soprattutto quando le altre inciampano – e il quinto posto, a meno di imprese italiane e svenimenti altrui – non offrirà la Champions, bensì l’Europa League. Qual è la quota per la quarta piazza? Il minimo a cui ambire sono 70 punti. E allora facciamo qualche semplice calcolo.

i calcoli

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Il Milan fin qui ne ha messi insieme 41, ovvero 1,64 punti a partita. Una media gravemente insufficiente in ottica Champions. Basti pensare che prima della sconfitta di Torino, con Conceiçao alla guida era di 2 punti a partita, sufficiente per i primi quattro posti in termini astratti. Ma, col ritardo accumulato in precedenza, in realtà non basterebbe. Qualche proiezione? Intanto diciami che se i rossoneri rimanessero sulla media attuale chiuderebbero a 62 punti: una quota che negli ultimi anni è stata a cavallo tra sesto e settimo posto, ovvero tra Europa League e Conference. Se invece nelle restanti tredici partite la media fosse di due punti, l’approdo finale sarebbe 67: insufficiente per il quarto posto. Il calcolo è quindi presto fatto (al netto delle variabili di classifica che possono subentrare, anche in base alla quota scudetto): per arrivare – e stiamo parlando del minimo sindacale – a quota 70 servono altri 29 punti, ovvero una media di 2,23 punti a partita. Partendo dagli attuali 1,64 punti, significa un incremento di 0,59 a gara. Quindi: vincerne 10 su 13, oppure 9 con 3 pareggi, e via dicendo. Oggettivamente complesso. La domanda quindi va girata direttamente all’allenatore: in che modo è possibile compiere un miglioramento del genere? Per la cronaca – a parte il Bologna che in questo campionato non è mai stato affrontato – il Milan all’andata, contro le squadre con cui deve ancora misurarsi, ottenne una media di 1,63. La solita, insomma. Quella con cui la Champions resta un miraggio.



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