Il Milan di Conceiçao, Fonseca e il problema con il gioco

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La rivoluzione Milan spiegata tatticamente: con il nuovo tecnico meno possesso e più contropiede ma stessa pericolosità offensiva

Il Milan di Conceiçao, se fosse un libro, sarebbe Il Gattopardo: ha cambiato tutto per non cambiare nulla. La partita di sabato con il Como, in altri tempi, avrebbe chiamato la dichiarazione al veleno del presidente Berlusconi: “Ho ordinato ai miei giocatori di scendere in campo per essere padroni del campo e del giuoco” (questa l’ha detta davvero, una decina di anni fa). Il Como sabato si è preso la palla e l’ha riconsegnata nel secondo tempo, quando il Milan è tornato, se non padrone del campo, almeno comproprietario. La squadra di Conceiçao è molto diversa da quella di Fonseca e in effetti, quei due non si somigliano per nulla. Il Milan con Fonseca voleva il pallone, gli stessi giocatori con un altro allenatore portoghese lo lasciano agli avversari. E allora, una domanda si impone: il Milan ha un problema con il gioco?

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