Il tecnico rossonero in silenzio per la scomparsa di Pinto da Costa, ex presidente del Porto. Parla lo svedese: “Rafa sarà sempre il riferimento di questa squadra. Abbiamo dominato, anche se il gol è solo uno”
Sergio Conceiçao lascia il campo con (almeno) due domande. A una sa sicuramente rispondere: può bastare questo Milan vittorioso sul Verona per il secondo round col Feyenoord? Ovviamente no. A un’altra invece è difficile dare una risposta: perché la sua squadra non è, appunto, “sua”, quanto meno per temperamento? Boh, mistero. Il Milan inanella l’ennesimo primo tempo osceno – lento, noioso, svogliato, senza personalità eccetera eccetera – e si prende tre punti vitali per la Champions nel momento in cui riesce finalmente ad alzare i giri del motore. Cosa che evidentemente per il Diavolo rappresenta una difficoltà con coefficiente a fondo scala. Mistero anche questo. E così i fischi del Meazza all’intervallo si trasformano in applausi, ma fra tre giorni servirà ben altro a giudicare dalla gara di Rotterdam. Il problema, di base, è che osservando questo Milan tutti si aspettano una svolta – potenzialmente fattibile – che invece non arriva mai.
carezze a rafa
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Poi, in realtà, Conceiçao lascia il Meazza anche con la tristezza nel cuore perché oggi è scomparso Pinto da Costa, storico presidente del Porto a cui Sergio era molto legato. Nel dopogara, infatti, davanti ai microfoni si presenta Ibrahimovic. “Il mister è dentro lo spogliatoio, è molto emozionato perché è morto il suo ex presidente, era come un papà per lui. Quindi parlo io”. Ed è uno Zlatan sorridente, mentre esamina la partita: “A Gimenez piace fare gol e palloni dentro l’area in questa squadra arrivano, bisogna solo stare pronti. Va anche detto che non è facile per uno straniero ingranare subito. Bisogna metterlo nelle condizioni giuste per fare bene. Questa vittoria è molto importante, abbiamo dominato anche se abbiamo fatto solo un gol. Il Verona è arrivato qui per difendersi. Sfruttiamo tutti i giocatori che abbiamo, Joao vuole sempre palla, crea situazioni, se sta bene deve giocare, ma queste sono tutte scelte dell’allenatore”. Infine, una carezza molto, ma molto affettuosa a Leao: “Sarà sempre il riferimento di questa squadra, è entrato e ha fatto assist. È lui che fa la differenza, anche quando vive momenti non al top fa sempre la differenza. Oggi gli si chiedeva di entrare e risolvere, e l’ha fatto”.