Il senior advisor dei rossoneri: “Arrabbiati con Theo? No, con noi stessi: le espulsioni sono dinamiche di campo, possono succedere”
C’è tanta amarezza nelle parole di Zlatan Ibrahimovic al termine della gara pareggiata contro il Feyenoord, costata ai rossoneri l’eliminazione dalla Champions: “Siamo delusi, arrabbiati. Nella partita di questa sera ci è mancata maturità: vincevamo 1-0, abbiamo continuato a giocare, poi l’espulsione di Theo, che è stata molto fiscale, ha cambiato la partita. Ora sarà importante ragionare come un gruppo, metabolizzare la sconfitta e pensare subito al campionato, dove ci attendono sfide importanti. Nei 180 minuti si poteva fare di più? Sì, tanto di più, ma poi le partite vanno vissute e giocate, e queste sono andate così”.
IL ROSSO A THEO
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Inevitabile affrontare l’argomento Theo Hernandez, la cui espulsione ha condizionato l’esito finale della gara: “Non penso sia giusto dire che è un simulatore o che faccia l’attore: fa il suo gioco e prova a fare il meglio possibile, queste cose poi succedono in campo. L’arbitro è stato duro sul secondo giallo: in una partita così un avvertimento in vista della prossima situazione lo dai. Invece è stato duro e la partita è cambiata. Non siamo arrabbiati con Theo, ma con noi stessi: ci siamo ‘ammazzati da soli’ (testuale, ndr). Ci prendiamo le nostre responsabilità e non cerchiamo alibi: dobbiamo farci un esame di coscienza per migliorare subito. Le troppe espulsioni? Situazioni di campo, possono succedere: ad Empoli abbiamo preso un rosso ingiusto”.
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BILANCIO
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Sfumato l’obiettivo Champions, Ibra traccia un bilancio sulla stagione rossonera: “Oggi è una grande delusione uscire dalla Champions: siamo un grande club che deve provare ad andare in fondo a tutte le competizioni. Poi chiaro, a gennaio non eravamo soddisfatti, abbiamo provato a porre correttivi, ma è chiaro che non c’è garanzia di successo. Il mio obiettivo è rivedere un Milan dominante: quando sono tornato 4/5 anni fa non era un grande Milan, poi è cresciuto ed è tornato a vincere. Credo che la squadra di oggi abbia più possibilità di vincere rispetto al Milan dello scudetto: è più forte e può ancora crescere tanto”.
Gazzetta dello Sport
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