I traumi alla testa e sport: tra Chabal, Maignan e rugby, i pericoli. Inchiesta Gazzetta

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Dalle parole dell’ex stella francese agli infortuni recenti, lo sport è davvero pericoloso quando non si protegge il corpo da certi contatti? Abbiamo sentito gli esperti

C’è un momento nello sport in cui il rumore del pubblico si spegne. E resta solo un tonfo. Li chiamano infortuni, ma dietro c’è l’angoscia collettiva. Soprattutto quando si tratta di traumi alla testa. Nel 2006, in un Reading-Chelsea qualunque, capitò a Petr Cech. Il portiere dei Blues uscì basso su un pallone senza storia. Stephen Hunt, l’attaccante avversario, alzò il ginocchio. L’impatto tra i due fu violentissimo. Cech perse i sensi e finì nell’oscurità. Lo portarono via in barella. Frattura alla testa. Chirurgia d’urgenza. Due placche di metallo nel cranio. La vita sospesa tra una Tac e un risveglio che non arrivava mai davvero. Quindici anni dopo quel grigio pomeriggio in Premier League Cech racconterà: “Ogni volta che mi svegliavo mi facevano sempre le stesse domande. E io dimenticavo sempre le risposte”.

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