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Haiti in Stato d’emergenza, migliaia di detenuti in fuga. Il presidente irreperibile

March 5, 2024 | by allcalcio.it

Haiti in Stato d’emergenza, migliaia di detenuti in fuga. Il


I punti chiave

  • ll presidente Ariel Henry possibile obiettivo dell’azione
  • Tre crisi concomitanti: sicurezza, alimentare ed energetica
  • Sospesi i collegamenti aerei

Sprofondata nell’abisso della violenza. Lo Stato d’emergenza dichiarato dalle autorità politiche di Haiti potrebbe essere allungato dopo una maxi evasione dal carcere più grande del Paese, quello di Port-au-Prince. Almeno 4mila detenuti sono riusciti a fuggire dopo un blitz di alcune bande armate; i morti sono 12 e la situazione è drammatica. Alcune fonti testimoniano di un’altra maxi evasione, in un’altra prigione, di 1400 detenuti.
L’obiettivo di quest’atto terroristico potrebbe essere di carattere politico: costringere alle dimissioni il Primo ministro Ariel Henry, ora fuori dal Paese. Nonostante le gravi violenze registrate a Port au Prince durante lo scorso fine settimana, il premier Henry si è mantenuto in silenzio e nessuno sa dove sia in questo momento. Le ultime notizie che lo riguardano risalgono all’1 marzo, quando a Nairobi, in Kenya, ha ufficializzato un accordo con il presidente William Ruto per il consolidamento della Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza di Haiti (Mmas), approvata dall’Onu, con la partecipazione di 1.000 agenti e soldati di forze speciali keniane.

L’escalation

La spirale di violenza che stritola Haiti ha radice lontane, ma gli ultimi anni sono stati particolarmente drammatici. L’uccisione del premier Jovenel Moises, nel luglio del 2021, ha generato un caos politico istituzionale, oltre che economico. L’Onu ha confermato, già 3 anni fa, che il 40% degli haitiani necessita di aiuti per sopravvivere.Nella capitale di Haiti, Port au Prince i residenti continuano a vivere momenti di terrore, con spari e cadaveri sparsi in diverse strade, mentre si registrano le prime interruzioni di internet per i danni ai cavi di fibra ottica avvenuti negli scontri. In un quartiere sono state erette barricate con pneumatici in fiamme.

Secondo alcuni media locali, sarebbe stata invasa anche una seconda prigione con all’interno circa 1.400 detenuti. Il principale stadio di calcio del Paese è stato occupato e depredato da uomini armati, che hanno anche tenuto in ostaggio un dipendente per ore, ha riferito la Federazione calcistica di Haiti.Il governo spera di < ristabilire ordine e adottare misure appropriate per recuperare il controllo della situazione >.

Le autorità hanno riconosciuto che il Paese soffre < un degrado > in termini di sicurezza, dopo mesi di scontri tra le bande rivali. Haiti è uno dei Paesi più poveri del mondo e scivola da un’emergenza all’altra. Quella alimentare è la più grave, quella energetica è ormai cronica e quella migratoria ha coinvolto anche la Repubblica Domenicana, il cui presidente chiede alla comunità internazionale aiuti immediati: Luis Abinader ha lanciato un disperato grido di aiuto «per salvare Haiti».

I voli sospesi

American Airlines e JetBlue hanno deciso di cancellare tutti i loro voli verso il Paese caraibico. Un’altra compagnia low-cost americana, Spirit Airlines, ha per il momento optato per mantenerli verso lo scalo di Cap-Haitien, mentre persiste l’incertezza per quanto riguarda i voli per la capitale haitiana, Port-au-Prince.



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