Grosso e Stroppa alla Milano Football Week: “Se punti sul gioco il risultato arriva”

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Reduci dalle promozioni con Sassuolo e Cremonese, i due tecnici che hanno cambiato dopo lo sbarco in A spiegano: “L’esonero fa parte del gioco. Nazionale? I giovani ci sono”

Francesco Calvi

Giornalista

La scorsa settimana è stato il turno di Zola, Veron e Bobo Vieri. Questa mattina è toccato a Fabio Grosso e Giovanni Stroppa, primi ospiti dei talk in programma oggi alla MilanoFootballWeek di Gazzetta che attira tifosi e curiosi di tutte le età nel cuore di Citylife. I due tecnici, reduci dalla promozione in Serie A rispettivamente con Sassuolo e Cremonese, si sono raccontati ai microfoni di Nicola Binda. 

IL PERCORSO IN B

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“Dopo diversi anni in B ho capito che il campionato è sempre equilibrato, difficile da affrontare – spiega Grosso -. Se parti forte poi rischi di calare. Se parti meno bene, spesso guadagni qualcosa nel lungo periodo. Forse quella batosta (1-4, ndr) contro la Cremonese alla quarta giornata ha permesso al mio Sassuolo di intuire che tipo di stagione avevamo davanti. Devo ringraziare Giovanni, perché da quel momento abbiamo cominciato a costruire qualcosa di meraviglioso…”. Ancora più insidioso il percorso affrontato da Stroppa: “Vincere ai playoff è faticoso, lo scorso anno avevamo perso la finale. Ho cercato di puntare sull’orgoglio e sulla voglia di rivalsa dei ragazzi, sapevo che toccando le corde giuste avremmo potuto fare grandi cose”. 

IL BEL GIOCO

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“Bel gioco? Sono stato allenato da Sacchi, i dirigenti del Milan nel quale sono cresciuto erano Galliani e Berlusconi, due cultori di quell’idea – spiega Stroppa -. Da loro ho ereditato la convinzione che il gioco sia il mezzo con cui ambire al risultato”. Grosso concorda: “Non ho preso ispirazione da nessuno, semplicemente amo il calcio e la sua bellezza. Sono partito dall’Eccellenza, ho incontrato tante persone e tutti mi hanno lasciato qualcosa”. Quanto allo stile di gioco più bello del momento, Grosso e Stroppa concordano: “Oggi Luis Enrique è il numero uno, ha trovato la chiave giusta per valorizzare tanti ragazzi talentuosi”. 

GLI ESONERI

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“Come si vive un esonero? Qualcuno diceva che senza esoneri non si è allenatori – scherza Grosso -. Non mi pongo il problema. Se penso che una cosa sia giusta ,la porto avanti senza il timore che qualcuno possa avere convinzioni differenti. Essere esonerato ti costringe a interrogarti, a cercare soluzioni e a provare a migliorare in vista dell’avventura successiva”. Stroppa ha cominciato ad allenare nel settore giovanile del Milan: “Più salivo di categoria, più pensavo che se fossi arrivato tra i professionisti avrei dovuto fare i conti con la possibilità di essere esonerato. Ma in realtà quella paura passa presto, è una variabile che esiste e che, come dice Fabio, puoi sfruttare a tuo favore”. 

FROSINONE E CREMONESE

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Grosso salutó il Frosinone dopo averlo trascinato in Serie A, adesso Stroppa ha fatto lo stesso con la Cremonese. Il motivo? “Quando metti la valigia nel bagagliaio e parti per un viaggio, devi essere convinto che stai facendo la cosa giusta”, commenta Fabio. “Io prendo atto della decisione della società, che ha optato per la separazione – spiega Stroppa -. Adesso penso già alla prossima avventura. Vorrei trovare un club con un progetto che mi entusiasmi al 100%”. 

NAZIONALE

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Inevitabile un commento sulla Nazionale, che rischia di non qualificarsi per la terza volta consecutiva al Mondiale. Grosso, eroe dal dischetto nel trionfo del 2006, dice la sua: “La Figc sta cercando un allenatore per sostituire Spalletti, che è uno dei migliori tecnici del panorama italiano. Non credo che il problema sia in panchina. Concentriamoci, piuttosto, sulla valorizzazione dei giovani talenti”. Stroppa è d’accordo e cita Sacchi: “I ragazzi in gamba ci sono. Guardate le nazionali under, che ottengono risultati strepitosi nelle coppe internazionali, dai Mondiali agli europei. Non ci manca la qualità, ma l’entusiasmo…”.



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