Gol e assist, Salvatore Esposito è il calciatore più determinante della serie B
December 9, 2024 | by allcalcio.it
Scorrendo con il dito le prime venticinque posizioni della classifica combinata gol e assist di serie B ci sono due centrocampisti. Il secondo è Bjarnason alla posizione 24, straordinario 36enne nel rapporto presenze-gol. Il primo è Salvatore Esposito e da ieri pomeriggio è anche in testa alla classifica che delinea l’efficacia in campo attraverso i dati più evidenti e meno equivocabili. Le reti e i passaggi decisivi appunto.
Unico centrocampista “arretrato” in un mare di centravanti, seconde punte, ali e trequartisti. Con la doppietta più assist al Cittadella, Salvatore sale a dodici: 5 le reti e 7 gli assist. Raggiunge il trequartista Palumbo (8 reti e 4 assist), scavalca Berardi (3 reti e 8 assist in sole otto presenze), Shpendi del Cesena (10 reti), Iemmello (9 reti), Tutino (5 reti e 4 assist) e ristabilisce anche il rapporto di fratello maggiore con lo straordinario Pio Esposito, arrivato a 8 reti e un assist in quattordici presenze a 19 anni d’età.
Un anno fa, 9 dicembre 2023, dal suo piede destro partiva uno dei palloni decisivi della stagione. Una punizione che arrivò in caduta sulla testa di Hristov e permise di battere l’Ascoli al novantesimo. Salvatore era nell’occhio del ciclone da mesi, interposta persona delle critiche a Eduardo Macia che aveva visto in lui la soluzione del problema di dare allo Spezia un regista di centrocampo dopo l’addio di Ricci, i problemi fisici di Leo Sena, l’invenzione di Kiwior, la rinuncia a Bourabia e i flop di Sher e ed Ekdal. In estate decise di rimanere, scelta che avrebbero fatto in pochi.
Un anno dopo è nel cuore di un reparto che finalmente gira, che difende e accompagna e che segna. Lo Spezia può vincere anche senza di lui? Per adesso un’unica riprova in Spezia-Reggiana del 5 ottobre, vinta per 1-0. Quella volta Salvatore partì dalla panchina ed entrò solo all’ora di gioco con i compagni già in vantaggio. Nelle altre è sempre stato titolare, sostituito solo una volta contro il Sassuolo. A trovare una risposta pensa D’Angelo e la sua capacità, che fu anche di Italiano nei suoi due anni aquilotti, di tenere tutti sulla corda e di lavorare sul concetto di squadra.
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