Dopo tanti infortuni l’attaccante è pronto a ripartire: “Sono a mio agio e da centravanti darò di più”
Dalle sue parti, nella regione di Braga, conosciuta come la terra più felice del Portogallo, c’è un detto famoso che in italiano si può tradurre con “restare a guardare le navi”, cioè rimanere a metà strada, lasciando un lavoro incompiuto. Come il cammino genoano, almeno sino a qualche mese fa, di Vitinha, l’attaccante frenato spesso nel suo primo anno e mezzo genoano da infortuni e problemi fisici, ma sul quale il club ha fatto un investimento importante: circa diciassette milioni per il cartellino dall’Olympique Marsiglia. Senza che, sino ad oggi, siano arrivati i frutti sperati. La società lo ha aspettato: e ora comincia un’altra storia. A lui, prima del ritiro, Vieira ha dato ufficialmente le chiavi dell’attacco: “Lo voglio provare centravanti”, che poi è il ruolo naturale di Vitinha. Prima amichevole: due gol e la fascia di capitano. Piccoli grandi segnali che questa può essere la stagione della svolta.
L’inizio promette bene. Finalmente, è il caso di dire, dopo un campionato e mezzo (dal gennaio 2024) con troppi imprevisti fisici.
“Voglio ritornare il Vitinha di Braga, stiamo lavorando tutti per raggiungere lo scopo. Il programma procede per il verso giusto, stiamo gestendo bene i carichi in allenamento per evitare infortuni. Vieira sta facendo un ottimo lavoro anche in questo senso. Di fatto è la mia terza stagione al Genoa, ma è innegabile che sinora gli infortuni mi abbiano frenato”.
Che il vento fosse girato, s’era intuito all’ultima di campionato a Bologna: il gol dello 0-1 e l’assist per Venturino nella vittoria con cui avete chiuso la stagione. E una sua promessa via social: “Torneremo più forti”.
“Sicuramente arriveranno altri giocatori, credo che saremo al via della nuova stagione con una grande squadra e un grande gruppo. Ricordandoci che qui vale sempre la filosofia del “noi”, non dell'”io”. Perché io, il mister o qualunque compagno da solo non può fare nulla».
Centravanti oggi, multitasking l’anno scorso per necessità.
“Io sono un numero nove, l’anno scorso mi hanno chiesto cose diverse. Se devo aiutare la squadra, ben felice di farlo. Posso stare largo o giocare più arretrato. Io comunque lavorerò sempre per dimostrare che posso essere titolare. Fare il massimo: è la mia filosofia di vita dentro e fuori dal campo”.
Nota lieta: quest’anno avete maggiore qualità sulla trequarti, a cominciare da Stanciu e Carboni.
“È un vantaggio per me. Se creiamo la chimica giusta alla fine tutto diventa più facile”.
Il gruppo è la base di tutto: Vieira insegna.
“Assolutamente d’accordo. Tutto il resto è una conseguenza. E, in questo senso, lavorare con Vieira dall’inizio della stagione può essere un vantaggio per tutti. Cambio di preparazione rispetto al passato? Non esattamente. Il “motore” è lo stesso, viene gestito diversamente”.
La sensazione è che questo sia davvero un Vitinha tutto nuovo. Più sorridente. Più fiducioso.
“Punto primo: sono finalmente a mio agio con l’italiano, e questo aspetto conta. E poi a Genova ho trovato l’amore grazie a Martina. Una persona positiva: non è tifosa rossoblù, ma mi supporta in tutto. E, con lei, ho ora quella stabilità affettiva che mi mancava: sì, sono più tranquillo e felice”.
Tutta un’altra storia rispetto a Marsiglia, dove c’era grande pressione su di lei.
“Quello era stato un periodo difficile a livello mentale. Ero preoccupato anche per mia mamma, Maria, ora sta meglio. Pure lei giocava a calcio: futsal, attaccante come me”.
Vitinha leader di questo Genoa?
“A me interessa solo essere di esempio per i giovani, in campo e nello spogliatoio”.
Quanto hanno pesato quei due gol al Milan e al Bologna, da centravanti vero?
“L’ultima partita mi ha dato fiducia, ma quella al Milan è stata una rete pesantissima, perché mi ha permesso di andare avanti più rilassato”.
Vieira vuole un Genoa umile. Ma avete già oltre 26 mila abbonati e una società alle spalle che vuole crescere. È una contraddizione volare bassi ed essere ambiziosi al tempo stesso?
“No. Guardate l’anno scorso. Abbiamo fatto ottime prestazioni anche contro le grandi. Questo mi piace del Genoa. Non Conosciamo la paura, ed anche quando gli altri hanno più qualità, noi mettiamo maggiore corsa e il nostro spirito”.
Lei ha un passato nell’Under 21 portoghese. La sua nazionale è forte ed ambiziosa. Se quest’anno fosse davvero la stagione della svolta… Tanti attaccanti che hanno fatto gol nell’anno del Mondiale poi hanno vissuto estati esaltanti. Ci pensa?
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“È l’ambizione di tutti. Difficile, non impossibile. e ai Mondiale… solo il pensiero è una gioia”.
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