Gattuso e un’Italia senza centravanti: il commento della Gazzetta

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Il ct visiterà i ritiri di Roma, Milan e Inter, vedrà partite di Premier e la Supercoppa di Francia: obiettivo, iniziare a costruire un gruppo in vista del debutto contro l’Estonia il 5 settembre

Un tempo piovevano attaccanti, oggi piovono tennisti. Al Mondiale del 2002 il mediano Rino Gattuso portava il pallone a Del Piero, Totti, Inzaghi, Vieri, Montella, Delvecchio. A Wimbledon avevamo Caratti, Gaudenzi, Galvani e Sanguinetti, tutti eliminati al primo turno. Oggi che vantiamo il tennista numero 1 al mondo in semifinale a Londra, il ct Gattuso è senza poeti e con pochi bomber. E uno (Retegui) se ne va pure in Arabia. Rino ha visto gli azzurri di Inter e Juve uscire presto dal Mondiale e ha ammirato la grazia offensiva degli altri: Doué, Dembélé, Palmer, Gonzalo Garcia… I norvegesi non ci hanno battuti perché grandi e grossi, ma perché giocano meglio. Cosa può fare Gattuso? Ciò che ha fatto per una vita: macinare chilometri e fare gruppo. Non resterà al sole di Marbella. Il 25 luglio sarà già a Trigoria dagli azzurrabili del Gasp, poi Milan e Inter. Rino telefona spesso, ieri ha chiamato Frattesi, fresco di operazione, ma guardarsi negli occhi è un’altra cosa. E gli occhi di Rino parlano bene. Se non hai Sinner, devi ottenere il massimo dai Caratti. Li martellerà come faceva con i trequartisti, per scolpirne l’anima e anticipare l’idea di gioco. Gattuso lo ripete spesso: “Nel 2006 non eravamo i più forti, ma siamo stati i più bravi”. Grazie al gruppo. A questo mira la maratona estiva del ct che vedrà partite in Premier e la Supercoppa Psg-Tottenham, dove ci sono azzurri, a inizio agosto radunerà lo staff a Coverciano, poi altre visite ai club. Tra 56 giorni, quando debutterà la sua Italia, l’azzurro dovrà già essere scivolato sotto la pelle. A colorare il cuore.

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