Gascoigne, un talento rovinato da depressione, alcolismo, vizio del gioco e bipolarismo
Il primo verso di una celebre poesia di Eugenio Montale sembra descrivere perfettamente l’esistenza di questo figlio dell’Inghilterra operaia che, attraverso il calcio, ha conosciuto il successo e la ricchezza, ma non è mai riuscito a liberarsi dal demone che lo perseguitava. “Spesso il male di vivere ho incontrato” scriveva Montale. E anche Paul Gascoigne, in arte Gazza, appartiene alla lista di quei ragazzi, o magari già uomini, che hanno il dolore appiccicato addosso e nemmeno nel momento della massima gloria sono capaci di dimenticarlo. È una condizione dello spirito, prima ancora che una malattia: banalmente la si chiama depressione e pronunciare questa parola fa paura, nel mondo iperattivo e iperpositivo di oggi.