Il difensore del Milan ieri insieme ai compagni ha visitato il Children’s Hospital di Perth: “Che emozione quando la mia squadra del cuore mi ha preso, ero in un bar con mio padre…”
Matteo Gabbia è milanista dalla testa ai piedi. Ha indossato per la prima volta la maglia rossonera nel 2012, quando aveva 13 anni, e Max Allegri allenava la prima squadra. Adesso lavorano insieme per riportare il Diavolo in alto. Il difensore di Busto Arsizio, insieme a Musah, Filippo Terracciano e Ricci, ieri ha fatto visita al Perth Children’s Hospital e ha giocato con i piccoli pazienti di alcuni reparti. “È stata un’esperienza bella e utile a fare felici questi bambini che stanno attraversando situazioni difficili”, ha detto prima di parlare di calcio giocato e della voglia di disputare una stagione importante.
Gabbia, come è arrivato al Milan?
“È stata una bellissima sorpresa e una grande emozione. Mio papà mi ha accompagnato in un bar dove c’erano Mauro Bianchessi (allora responsabile dello scouting del vivaio, ndr) e Luca Grimi, l’osservatore che mi ha visto la prima volta. Mi hanno detto che mi volevano nel Milan e per me è stata la notizia più bella del mondo: avevo fatto altri provini, ma ero un tifoso rossonero e come tutti i bambini sognavo di giocare nella mia squadra del cuore”.
Lei adesso è diventato un simbolo del milanismo.
“Non mi reputo un simbolo del milanismo, ma un ragazzo che ha la fortuna di giocare nella squadra per cui ha sempre tifato. Di questo sono super felice e super orgoglioso. Per rimanere qui c’è bisogno di costanza e determinazione ogni giorno e cerco di fare del mio meglio”.
Quante volte l’ha rivisto il gol della vittoria nel derby d’andata dello scorso campionato?
“Un bel po’ (ride, ndr). È stato un momento magico, un qualcosa di indelebile nella mia memoria. Sono fortunato ad aver realizzato un sogno così”.
C’era anche nella stagione dello scudetto.
“È stato un anno fantastico. Il gruppo era molto coeso, pieno di grandi persone e grandi giocatori. A volte ci sentiamo perché siamo rimasti amici e a distanza di tempo ci emozioniamo ancora. Speriamo in futuro di vivere altre gioie con questa squadra”.
Cosa le ha insegnato l’esperienza al Villarreal?
“Quei sei mesi sono stati molto importanti: mi hanno fatto conoscere un campionato nuovo e mi sono messo alla prova in una realtà diversa, con altri avversari e un’altra lingua. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere come calciatore e come uomo. Ora sono un po’ più attento ai compagni che arrivano dall’estero perché ho provato sulla mia pelle le difficoltà dell’impatto con un paese nuovo”.
Nel 2012, quando lei è stato tesserato dal Milan, Allegri c’era già. Dopo 13 anni siete insieme…
“Avere Allegri come tecnico è un motivo d’orgoglio perché lo vedevo da bambino quando allenava un Milan pieno di campioni che ha vinto uno scudetto e una Supercoppa. È bello lavorare con lui”.
Che cosa le piace di Allegri?
“Il suo modo quotidiano di lavorare, pieno di dedizione e attenzione ai particolari. Anche il suo staff è molto preparato e si sono presentati in maniera incredibile, dando una boccata d’ossigeno a una squadra che veniva da un anno difficile. Ci hanno trasmesso fiducia e voglia di ripartire uniti. Siamo contenti dell’ambiente che si sta creando e guardiamo con fiducia al futuro”.
Un vincente come Allegri è l’uomo giusto per ripartire?
“Assolutamente sì. Il mister e il suo staff sono le persone giuste per rilanciarci, per avere una stagione positiva, perché hanno un’esperienza e un palmares importanti. Li seguiremo per raggiungere i risultati che una società come il Milan merita”.
Come vede adesso lo spogliatoio dopo una stagione deludente come la scorsa?
“Diciamo che lo spogliatoio ha resettato ed è ripartito con unità d’intenti e voglia di riscattarsi dopo un 2024-25 che non ha rispettato i valori presenti all’interno di questa rosa. Siamo vogliosi, uniti e concentrati per fare un’annata molto buona. Vedo un gruppo che lavora bene e sono molto fiducioso che la squadra resterà unita in ogni momento”.
È pronto a dare il benvenuto a Modric?
“Avere Luka in squadra è fantastico. Giocare con un Pallone d’oro e un campione del suo calibro è un qualcosa che non succede a tutti. Siamo vogliosi di imparare da lui e lo accoglieremo nel miglior modo possibile per consentirgli di essere un elemento fondamentale in campo e nello spogliatoio”.
Le è piaciuto il Milan contro Arsenal e Liverpool?
“Sono stati degli ottimi test e siamo riusciti a fare le cose che il mister ci ha chiesto. Ci sono margini di miglioramento e lavoreremo. Adesso avremo un’altra partita e cercheremo di mettere un tassello in più per arrivare preparati alla Coppa Italia”.
Cosa farà le sere delle partite di Champions?
“Non ci ho pensato. Magari qualche gara la guarderò, ma rimarrà il dispiacere per non partecipare alla Champions. Un sentimento che si trasformerà in voglia di raggiungerla di nuovo”.
Proprio la qualificazione alla Champions è il traguardo fissato da Tare e Allegri.
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“Il Milan per la sua storia non merita di star fuori dalla Champions. Faremo di tutto per riportarcelo: è questo l’obiettivo primario della stagione”.
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