frecciate a Gattuso e Ulivieri

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Il neo ct del Brasile entusiasta della sua nuova esperienza: sì ai campionati a 18 squadre, no al potere eccessivo al Var, il giudizio sul figlio

Dell’Italia gli mancano soprattutto i tortellini della sorella Angela, anche se non esclude niente per il suo futuro (“Ho tre soluzioni: resto qui, trovo qualcosa di interessante o smetto”), sulla scelta di diventare il ct del Brasile resta entusiasta e motivatissimo. Carlo Ancelotti è a Rio de Janeiro, dove vive “per capire, per studiare, per apprendere. Sono contento di questo passo”) e si confessa a Il Giornale.

Sì alle Leghe a 18 squadre

Intervistato da Tony Damascelli King Carlo si dice favorevole ai campionati a 18 squadre, ribadisce che si gioca troppo e che i calendari andrebbero rivisti e quando parla non sa ancora del ko del figlio eliminato alla Libertadores con il suo Botafogo (“Sta facendo bene, 10 partite, 6 vittorie, 2 pari”).

Da sempre poco amico del Var il ct auriverde esprime i suoi dubbi sulle decisioni spiegate al pubblico e gli arbitri con le telecamere: “Ripeto quello che dissi all’introduzione del Var, uno strumento importante ma l’utilizzo eccessivo ha aumentato i dubbi e le polemiche. Credo che quest’ultima novità non sia necessaria, non so se sia utile per il gioco. L’arbitro con telecamera? Lasciamo perdere”.

Il portiere deve soprattutto saper parare

Ancelotti critica anche Luis Enrique sulla decisione di mandar via Donnarumma: “Una scelta forte del club e dell’allenatore. Il calcio non prevede la schiettezza ma Luis Enrique è stato schietto, lui ha una idea diversa del ruolo che è cambiato anche per i nuovi regolamenti, dunque serve uno che sappia sbrigarsela con i piedi. Io ho un’idea diversa, nonostante cambiamenti vari, il calcio non è cambiato, così vanno le cose. Personalmente preferisco un portiere bravo con le mani e Allison lo è”.

Dopo un passaggio su Modric al Milan (“Gli ho parlato, farà divertire i tifosi, lascerà il segno nel campionato, è felice della scelta, sa di poter andare al mondiale, è un professionista assoluto, l’anno scorso non ha mai saltato un allenamento”) la considerazione sincera su Gattuso ct: “Mai immaginato che Rino potesse diventare l’allenatore della nazionale ma ha tutti i meriti per onorare l’impegno, ha carattere, ha personalità, spero di incontrarlo al mondiale. Piuttosto non mi aspettavo le difficoltà incontrate da Spalletti. È una crisi generazionale, non abbiamo grandi attaccanti come Vieri, Totti, Del Piero, Inzaghi. Siamo messi bene in difesa e a centrocampo per il resto facciamo fatica a produrre veri talenti”.

La risposta a Ulivieri

Ultima riflessione sulla proposta di Renzo Ulivieri, presidente degli allenatori italiani, di tenere fuori dal calcio Israele: “Non sono d’accordo, la politica si occupi di questo tema importante ma lo sport sa benissimo affrontare e superare certe situazioni critiche, la storia lo dimostra, basta consultare gli almanacchi. Italia-Israele va giocata”.

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