Finale Champions, Barella: “L’Inter dovrà stare attenta ai particolari”

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Il centrocampista dell’Inter sulla sfida di Monaco: “Abbiamo sempre fatto la differenza col gruppo, sarà così anche contro il Psg”

Dal nostro inviato Filippo Conticello

Alla quarta vigilia di una grande finale, traguardo non da tutti a 28 anni, Nicolò Barella non ha perso il sorriso scanzonato delle prime volte: entra nella pancia dell’Allianz Arena con la meraviglia ancora appiccicata agli occhi. Poi, guarda attorno e quel cenno della testa sembra dire: “Rieccoci!”. Si fa serio solo quando è il momento dei proclami in conferenza stampa perché, delle tre precedenti finali, la mezzala cagliaritana ha vinto solo l’Europeo 2021, mentre in nerazzurro è caduto a un passo dalla vetta, prima nell’Europa League del ’20 e poi nella Champions di due anni fa. Insomma, sarebbe veramente arrivato il momento della prima gioia continentale, con la maglia del club che ama più di qualsiasi altra: “Siamo pronti, siamo carichi, con tanto rispetto per una squadra molto forte. Ci meriteremmo un bel finale di stagione. Ho sognato tante volte di rigiocare la partita di Istanbul, è il sogno di ogni bambino stare a questo livello: sono le gare più difficili, ma ti lasciano qualcosa dentro, una grandissima emozione. L’altra volta abbiamo fatto una grandissima partita, ma non è arrivata la vittoria. Questa volta cercheremo di stare più attenti ai particolari”. Superata, almeno in apparenza, la delusione in campionato: “Così è il calcio e la vita – ha continuato Barella -. A volte si cade e bisogna avere il coraggio e la forza per rialzarsi. Noi l’abbiamo fatto tante volte e lo abbiamo dimostrato in questi anni. Sicuramente si poteva fare meglio, ora ci giochiamo la partita più importante della stagione. Cercheremo di non rimanere dopo un’annata del genere senza trofei…”. 

gigio, fai il bravo

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L’attesa da finale è così tanta che servirebbe accorciare il tempo e arrivare immediatamente alle 21 di domani, prima però c’è un ultimo allenamento in cui bisogna stare sul pezzo e limare gli ultimi dettagli. Intanto, la mezzala azzurra continua a ripensare a a come sarà l’ingresso in campo in questo stadio: “Quando uscirò dagli spogliatoi, sentirò il peso di tutte le partite. La voglia di vincere, la voglia di fare il meglio possibile per i compagni e per tutta la gente che ci segue sarà la stessa. Ora ci sono più pensieri di quanti ne avrò prima della partita, dovremo essere bravi a lasciare tutto fuori”. E sulla maglia scelta per l’occasione, la terza di colore giallo, visto che l’Inter gioca tecnicamente in trasferta e il colore blu spetta ai parigini: “Ci siamo confrontati. Avevamo delle opzioni ed è ricaduta la scelta su quella, niente di particolare. Ci piace, speriamo ci aiuti anche la maglia per la finale”, ha aggiunto. In settimana, Barella ha pure sentito (come sempre, del resto) un vecchio amico da salutare dal vivo domani, a cui ha già fatto una richiesta precisa: “Ho chiamato Donnarumma, ma abbiamo parlato di tutto tranne che di calcio. Con Gigio ho un grandissimo rapporto, è un amico e ho super rispetto per lui e per tutti i giocatori del Psg. Ma… spero faccia il bravo stavolta”. 

come fratelli

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Sarà comunque un battaglia delle idee in mezzo al campo: ai palleggiatori vorticosi di Luis Enrique, su tutti Vitinha e Joao Neves, Inzaghi oppone la sua dinamo con il numero 23. “Affronteremo un centrocampo molto forte, ma come tutta la loro squadra. Il nostro reparto è il cuore pulsante, ma la nostra forza è il collettivo – ha aggiunto Nicolò -. Abbiamo sempre fatto la differenza col gruppo, anche contro il Barcellona. Senza un grande gruppo e una grande squadra non riesci a vincere una partita del genere. Cercheremo di mettere in campo la forza di squadra che ci ha sempre contraddistinto”. Da parte sua, manca stranamente ancora il primo timbro in questa Champions: “Se la mia carriera si basasse solo sui gol sarebbe in salita… Non esistono solo le reti, se domani arrivasse sarei più che contento”. Non a caso, un ultimo messaggio lo ha dato ai compagni diventati fratelli, senza i quali questo viaggio non sarebbe stato così incredibile: “Posso solo ringraziarli, anche quelli che sono andati via. Mi hanno fatto crescere tanto, come uomo e non solo come calciatore, cercherò di restituire loro tutto quello che mi hanno dato…”.



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