Feyenoord-Inter 0-2 gol di Thuram e Lautaro

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Nell’andata degli ottavi di Champions olandesi ko con un gol per tempo. Nella ripresa Zielinski manca il match point qualificazione sbagliando un rigore, ma i nerazzurri volano anche in emergenza

Dal nostro inviato Francesco Pietrella

Nella “Vasca” di Rotterdam galleggiano tre messaggi in bottiglia: uno per Lilian Thuram, un altro per Sandro Mazzola e l’ultimo, il più incisivo, per tutta la Champions. L’Inter rifila due gol al Feyenoord e infila un piedino nei quarti con la miglior difesa d’Europa: un gol subito in nove partite. Il tutto mentre le due punte nerazzurre graffiano la storia a modo loro. Marcus punge d’esterno nello stadio dove papà vinse Euro 2000, mentre Lautaro supera Mazzola e diventa il miglior marcatore dell’Inter nella grande coppa (18 gol). Una gara ostica, soprattutto nel primo quarto d’ora, rimessa in piedi dalla ThuLa, per la prima volta a segno insieme in Champions. Una nota stonata: il rigore del 3-0 fallito da Zielinski nella ripresa.

strategia

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Il De Kuip è la porta di un inferno bianco, rosso e nero dove non riesci a scambiare due parole a tre metri di distanza. La “Vasca”, impianto da cinquantamila posti dove chi sta seduto sugli spalti viene visto male, accoglie l’Inter con la musica techno a tutto volume, incitamenti continui e uno striscione manifesto esposto prima del match. “Cado, mi rialzo, ma non vado al tappeto”. Tornerà utile ai nerazzurri. Van Persie approccia la gara con furbizia. Schiera Paixao mezzala piazzando tre punte mobili e veloci. Inoltre, sa bene che Bastoni è un “quarto e mezzo”, un po’ terzino e un po’ esterno, quindi limita gli affondi di Dumfries virando il gioco su Osman, scheggia ghanese di vent’anni. L’Inter arretra il baricentro col passare dei minuti, si chiude a riccio, riparte da Martinez – non perfetto coi piedi in un paio di occasioni – e cerca il contropiede della svolta: solito 3-5-2 in fase offensiva, 4-4-2 quando c’è da tenere il fortino sotto controllo. Ha funzionato.

c’è thuram

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Il vantaggio è una cartolina dal passato. Marcus Thuram, orgoglioso per natura, sa che nel 2025 ha segnato un solo gol e che in questo stadio, 25 anni fa, suo padre vinse l’Europeo. Così al 40’, su assist di Barella dopo una bella imbucata di Asllani per Dumfries, buca Wellenreuther con un destro al volo d’esterno ammutolendo per la prima volta il De Kuip. Gol numero 15 in stagione. Il tutto dopo una decina di giorni passati a denti stretti per via di una caviglia malandata. È il tappo che apre una bottiglia da cui iniziano a uscir fuori idee rimaste chiuse per quasi tutto il primo tempo.

un piede ai quarti

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L’Inter si riscopre spavalda e bramosa di archiviare la pratica per poter alleggerire il ritorno. Al 49’ Lautaro si ricorda di dover superare Mazzola e infila il 2-0, servito da Zielinski a centro area. Come lui nessun altro interista. Menzione d’onore per Zielinski qui, bravo a servire il dieci dopo un primo tempo senza idee, rimaste impigliate nella rete olandese. Sarà l’unica nota positiva. Al 64’, dopo una traversa scheggiata da Moder, si fa parare il rigore del 3-0 dopo un fallo di Mitchell su Thuram, riaccendendo un Feyenoord fino a quel momento opaco. Al 72’, infatti, il De Kuip lancia una serie di bicchieri di birra contro la rete protettiva per un presunto rigore negato (contatto De Vrij-Ueda a centro area). Van Persie, anche lui con diversi indisponibili, ha una panchina così corta che gioca soltanto un cambio, mentre Inzaghi fa rifiatare Barella, De Vrij e Lautaro. L’Inter esce dal De Kuip con la consapevolezza di saper soffrire a testa alta e poter puntare con serenità a un eventuale quarto contro una tra Bayern Monaco e Bayer Leverkusen. A oggi l’unico giocatore ad aver punto i nerazzurri in nove partite di Champions gioca proprio alla BayArena: Mukiele. Il resto sono finiti al tappetto.



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