A 14 anni Lewis venne scartato dal club del papà e dello zio. “Fu uno shock. Ma decisi che li avrei fatti ricredere”. Ostinato come un vero scozzese, il capitano dei rossoblù ci è riuscito
“Credo che tutto sia cominciato lì: da quel rifiuto”. Mezz’ora con Lewis Ferguson: dolce e gentile, sobrio e posato, una furia – ma usando la testa – in campo. Dietro a sé, lo scozzese tuttocampista ha una famiglia che si sta allargando; dentro, invece, tanto calcio, tanta vita, consigli, insegnamenti e messaggi d’affetto. Si mischiano. Lo scoprirete. Come i personaggi che lo attorniano o lo hanno abbracciato: persone, prima di tutto. Si va da papà Derek (7 anni di Rangers Glasgow) allo zio Barry (12 anni nei Rangers e icona del club), da Billy McMurdo (agente di George Best e suo, assieme all’intermediario Dario Paolillo, che spesso gli ha raccontato fiumi di aneddoti su “Georgie”), poi “The Legend” Dennis Law, scomparso lo scorso 17 gennaio ma che gli scrisse un messaggio con complimenti annessi. E poi? Ora sta a lui.