Fagioli, il post sulle scommesse: “Messo di nuovo alla gogna, ma ho pagato il debito”

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Il centrocampista della Fiorentina affida ai social il suo pensiero: “Stavolta tutto questo non è giusto. E chiedo scusa a tutti quelli che, a causa dei miei errori si trovano coinvolti o nominati solo per avermi aiutato”

L’inchiesta della Procura, le intercettazioni, l’opinione pubblica, i conti in sospeso con se stesso. Nicolò Fagioli da un momento all’altro si è ritrovato nuovamente al centro delle cronache nell’ambito delle indagini sul caso scommesse che lo coinvolgono in prima persona. E ha affidato i suoi pensieri ai social, una sorta di sfogo ma anche di appello.

gogna

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“Ho pagato il mio debito con la giustizia. Con una condanna e una sacrosanta squalifica, con umiliazioni continue e giustificate, con la vergogna provata e con il rischio di non rialzarmi più – ha scritto il centrocampista della Fiorentina, in prestito dalla Juve -. Ho raccontato della mia patologia, seria, nelle scuole, ai miei familiari, agli amici e alla stampa. Quella stessa stampa che affronta spesso le problematiche gravi della mia malattia e come affrontarle, ma che oggi mi rimette alla gogna. Ancora una volta. Ho sopportato il peso di aver commesso qualcosa di brutto. Di aver deluso tutte le persone che credevano in me. Ormai non è certo una novità: senza alcun vittimismo, ho passato un periodo buio, ho sofferto di una brutta patologia e questa non è assolutamente una giustificazione. Ma vedere ora tutto questo accanimento mediatico mi sta facendo rivivere quei fantasmi”. 

l’appello di fagioli

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Fagioli, per lasciare il suo pensiero, ha scelto una foto di spalle, in bianco e nero, dove gli unici colori sono quelli del suo cognome e del suo numero di maglia. “No, stavolta tutto questo non è giusto. Ho sbagliato, ho pagato, senza aver fatto male a nessuno se non a me stesso e alle persone accanto a me. E come ogni persona che sbaglia e paga, ho tutto il diritto di rialzarmi. Tutti, anche chi scrive oggi, possono cadere e commettere errori. L’importante è saperlo riconoscere e credo che la forza di un uomo stia nel sapersi rialzare. Avevo 19 anni all’epoca dei fatti e la ludopatia aveva preso il sopravvento su di me. Me ne sono pentito, ma la vita mi ha dato una seconda opportunità e la vorrei cogliere, avendo già scontato tutto ciò che dovevo scontare. Chiedo rispetto adesso, dopo aver affrontato un processo, preso una giusta condanna. Chiedo scusa a tutti i colleghi, a tutti gli amici che, a causa dei miei errori si trovano, loro malgrado coinvolti o nominati – anche se solamente in una riga di giornale – in questa situazione solo per avermi aiutato. E ringrazio la Fiorentina, la Juventus, gli amici e la mia famiglia, che non hanno mai smesso di supportarmi e aiutarmi in un momento difficile. Anche se li ho sicuramente delusi. Non ritornerò più sull’argomento, adesso devo solo pensare a dare il massimo sul campo”.



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