Roberto D’Aversa non ne vuol sentir parlare. Ragionare di emergenza: no, il tecnico dell’Empoli non vuole. Teme che i suoi, almeno quelli che possono scendere in campo, vivano questa situazione come un alibi. Ma obiettivamente, come si può definire una condizione che vede un’intera squadra non disponibile. Undici giocatori sono infortunati. E con questi si potrebbe schierare una squadra del tutto competitiva. Solo in porta D’Aversa ha tutti e quattro gli estremi difensori a disposizione: Silvestri, Vasquez, Seghetti e Brancolini. Loro ci sono, ma poi ogni reparto ha subito defezioni. Prendendo i giocatori di movimento possiamo ipotizzare un’interessantissima formazione. In difesa Sazonov (crociato rotto ad agosto) con Ismajli e Viti, titolari per eccellenza del pacchetto arretrato. L’albanese ha un problema muscolare, Viti una contusione al ginocchio sinistro, sente dolore ma dopo la sosta dovrebbe rientrare.
Panoramica
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Mantenendo l’attuale modulo di D’Aversa, il 3-4-2-1, proseguiamo a centrocampo con Solbakken a destra (lussazione della spalla), al centro Anjorin (guaio muscolare) con Haas (altro legamento crociato rotto), e sulla sinistra Maleh, che nell’ultima gara col Genoa ha avvertito un riacutizzarsi di un vecchio problema al legamento collaterale del ginocchio sinistro. E’ lui l’ultimo degli indisponibili. Poco più avanti due giocatori che, se fossero stati al top, avrebbero potuto fare la differenza: Fazzini e Zurkowski. Solo a pensare cosa avrebbero potuto combinare questi due (magari insieme ad Esposito), si capisce come l’Empoli stia subendo in classifica tutte queste assenze. Senza considerare l’uomo che, più di ogni altro, stava facendo la differenza: Pietro Pellegri. Era l’8 dicembre a Verona quando si è rotto il crociato (anche lui) dopo tre gol consecutivi. E da quel giorno l’Empoli ha guadagnato solo 3 punti (pareggi con Venezia, Bologna e Genoa). E non scordiamoci di Ebuehi che D’Aversa non ha avuto mai e che potrebbe tornare in panchina.Non sarà un alibi, ma domani l’Empoli si presenta con la Roma praticamente dimezzato.